Il produttore musicale Shablo debutta al Festival di Sanremo 2025 con La mia parola, un brano che fonde rap e R&B su un ritmo incalzante e potente. Il pezzo non lo vede in veste di cantante, ma di direttore d’orchestra di un incontro musicale tra artisti di tre diverse generazioni del rap italiano: Guè, Joshua e Tormento. Il cuore della canzone è l’immagine di una città dura e soffocante, fatta di cemento e smog, dove la vita è segnata dalla mancanza di soldi e alternative. Attraverso questa narrazione, La mia parola racconta la realtà cruda di chi cresce in contesti difficili, ma al tempo stesso lascia spazio a riflessioni più profonde sulla società e sul potere delle parole.
Il testo di La mia parola – Shablo feat. Guè, Joshua, Tormento
È una street song
Per dare quello che ho
Brucerò fino alla fine
Chiuso tra cemento e smog
È una street song
Qui la gente muore e vive
Senza soldi e alternative
L’unica cosa che so
24h 7 su 7 no stop
Siamo in sbatti sbatti per arrivare al top
Tu fai chatty chatty io faccio parlare il mio flow
Non ti danno abbracci qua sei da solo nel block
Io le mando baci lei che per me è la più hot
Mi dicevi taci, ora però sono il goat
Quaggiù odi e ami a giudicarmi è Dio
Amo la mia mami, amo sti money e l’hip-hop
È una street song
Per dare quello che ho
Brucerò fino alla fine
Chiuso tra cemento e smog
È una street song
Qui la gente muore e vive
Senza soldi e alternative
L’unica cosa che so
Suona dal basso questo gospel
È la voce di chi raccoglie le forze
Nonostante tutto mette da parte i forse qui vince la legge del più forte
È rap è blues e gin & juice
Fai il mio nome tre volte beetlejuice
Suona ancora più forte bad and boujee
Rock’n’roll lo sai party & bullshit
La voce del blocco suonerà più forte
Per quelle volte che ci hanno chiuso le porte
E ho solo una word, se dico che hai la mia parola
Lo sanno i miei g, questa è la way that we live
È una street song
Per dare quello che ho
Brucerò fino alla fine
Chiuso tra cemento e smog
È una street song
Qui la gente muore e vive
Senza soldi e alternative
L’unica cosa che so
È una street song
Per dare quello che ho
Brucerò fino alla fine
Chiuso tra cemento e smog
È una street song
Qui la gente muore e vive
Senza soldi e alternative
L’unica cosa che so
Il significato
Shablo porta sul palco dell’Ariston qualcosa di mai visto prima: un produttore che non canta, ma che costruisce un’esperienza sonora in grado di mescolare generi e generazioni. “Non sono un cantante, ma porto il mio mondo della produzione musicale a un evento tradizionale” spiega lui stesso. Questo esperimento rappresenta una delle più grandi novità di Sanremo 2025.
Il brano è un omaggio alla storia del rap italiano e alla sua evoluzione. Ogni ospite coinvolto rappresenta una diversa epoca di questo genere musicale:
- Tormento, con il suo storico gruppo Sottotono, è stato un punto di riferimento negli anni ’90 e ha contribuito a portare il rap nel mainstream italiano.
- Guè, coetaneo di Shablo, ha dominato la scena hip-hop dagli anni 2000 in poi, segnando la crescita e la trasformazione del genere.
- Joshua, tra le nuove leve della musica urban, rappresenta il futuro della scena.
Questa fusione di esperienze musicali rende La mia parola un brano che non si limita al rap, ma incorpora anche elementi gospel, jazz e black music.
Chi è Shablo: un produttore eclettico con il mate sempre in valigia
Pablo Miguel Lombroni Capalbo, in arte Shablo, è una figura poliedrica nel panorama musicale: produttore, musicista, DJ e manager. Nato in Argentina e cresciuto in Italia, ha costruito una carriera basata sulla sperimentazione e sulla contaminazione tra generi. Il suo nome d’arte nasce dall’unione tra la parola “sciabola” e il suo primo nome, Pablo. Per lui la musica è un viaggio senza confini, e lo stesso vale per le sue abitudini quotidiane: tra le sue passioni irrinunciabili c’è il mate, la tipica bevanda sudamericana simile al tè, che lo accompagna ovunque. “Lo bevo tutti i giorni, è un rituale immancabile” racconta.
Un artista che si definisce semplicemente un creativo, pronto a portare sul palco di Sanremo una ventata di innovazione e contaminazione musicale. E, come ha anticipato, il luogo perfetto per ascoltare La mia parola potrebbe sorprendere tutti: “Non ci crederete, ma il posto ideale per immergersi nel brano è… una chiesa“. Un indizio intrigante che rende ancora più curiosa l’attesa per la sua esibizione sul palco dell’Ariston.