Proseguono le indagini sull’omicidio della 42enne Carmela Quaranta uccisa il giorno di Pasqua nella sua abitazione di via Trieste, a Mercato San Severino: dagli accertamenti da parte dei carabinieri del nucleo operativo di Mercato San Severino sarebbe emerso un presunto movente.
Omicidio di Carmela Quaranta, il presunto movente: “Non voleva prostituirsi”
Come è emerso dagli accertamenti Carmela Quaranta sarebbe stata uccisa poiché si rifiutava di prostituirsi. Attualmente per il delitto si trova in carcere l’ex compagno della vittima, il 56enne Gerardo Sellitto.
Come riferito da un conoscente della donna, mentre erano a telefono Carmela Quaranta sarebbe stata vittima di un’aggressione. Una coppia avrebbe preso a calci e pugni l’auto della 42enne. Come emerge dalle indagini Carmela poi urla che non «si sarebbe prostituta» per risolvere i problemi di «altri».
Le accuse
Le accuse a carico di Gerardo Sellitto sono quelle di omicidio volontario e furto aggravato, ipotizzati in concorso con un secondo soggetto, N.G., 38 anni, libero professionista, attualmente indagato a piede libero. Secondo gli inquirenti, la misura custodiale si rende necessaria per il pericolo di fuga — aggravato da discorsi su viaggi all’estero intercettati poco prima del fermo — e per il rischio di inquinamento probatorio e reiterazione del reato, alla luce degli elementi raccolti nel corso di oltre un mese di indagini.
Il delitto
Secondo la ricostruzione investigativa, l’omicidio sarebbe avvenuto nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 aprile. L’uomo avrebbe utilizzato una corda per strangolare la vittima, introducendosi in casa con una copia delle chiavi che ancora possedeva. Dopo il delitto, avrebbe sottratto il telefono cellulare della donna. A incastrarlo, elementi raccolti attraverso intercettazioni, tabulati telefonici e dati di geolocalizzazione GPS che collocano il veicolo di Sellitto nei pressi dell’abitazione della vittima nel periodo compatibile con l’omicidio. Gli investigatori hanno inoltre rilevato discrepanze tra le sue dichiarazioni e quelle di altri testimoni.
Il coinvolgimento di N.G. emerge da ulteriori riscontri investigativi. Secondo l’accusa, entrambi gli indagati avrebbero preso parte all’omicidio. Una telecamera di videosorveglianza ha ripreso, la sera del delitto, due sagome non identificate dirigersi verso l’abitazione della vittima, in un orario compatibile con quello ipotizzato per il crimine.