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Simonetta Lamberti, la madre parla agli studenti di Cava de’ Tirreni: “Non ho mai odiato i suoi assassini”

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Simonetta Lamberti e mamma Angela

A distanza di 43 anni dalla morte di Simonetta Lamberti per colpa della mafia, la sua memoria è viva: la mamma parla agli studenti di Cava de’ Tirreni. «Simonetta, la bambina perduta, come l’ha chiamata Bianca Berlinguer nella prefazione del mio libro, è presente in tutte le donne che racconto. Sette storie di amore, violenza e forza». Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Simonetta Lamberti, la mamma parla studenti di Cava de’ Tirreni

«Simonetta, la bambina perduta, come l’ha chiamata Bianca Berlinguer nella prefazione del mio libro, è presente in tutte le donne che racconto. Sette storie di amore, violenza e forza». Così la professoressa Angela Procaccini, madre di Simonetta Lamberti, ha aperto l’incontro con gli studenti cavesi, tenutosi ieri mattina nell’aula consiliare del Comune di Cava de’ Tirreni. L’iniziativa, a pochi giorni dal 43esimo anniversario dell’agguato di camorra in cui fu uccisa la figlia undicenne del magistrato Alfonso Lamberti, ha messo al centro la legalità, la resilienza e la memoria.

Con voce ferma e tono emozionato, la docente ha presentato il suo libro “D, una lettera”, un romanzo nato per sensibilizzare i più giovani su temi profondi, spesso trattati in modo astratto. «Se vogliamo combattere la violenza in tutte le sue forme – ha detto – dobbiamo partire dai giovani, parlare loro con emozioni, perché solo toccando il cuore si arriva alla mente».

Compassione, non odio

Parole che pesano, soprattutto in un momento in cui si torna a parlare di Simonetta dopo la recente morte di Antonio Pignataro, l’ex boss pentito che confessò di aver fatto parte del commando di fuoco. «Non ho mai provato odio», ha confidato Procaccini. «Il dolore era troppo forte, totalizzante. Alla notizia della sua morte ho provato compassione, non pietà. Compassione è sentire l’altro nella sua fragilità, non giudicarlo dall’alto».

Un ricordo, quello del faccia a faccia con il killer, che ha toccato profondamente i presenti: «Era un uomo distrutto, non riusciva nemmeno a leggere il biglietto che aveva scritto per parlarmi. Aveva lo sguardo basso, tremava. Gli presi le mani e gli dissi di non preoccuparsi. Ho provato solo compassione. Che vita ha fatto? Solo buio».

Educare con la memoria

L’incontro è stato moderato dalla professoressa Concetta Lambiase, promotrice dell’iniziativa insieme all’amministrazione comunale. Presenti il sindaco Vincenzo Servalli e l’assessore all’Istruzione Lorena Iuliano, che hanno portato i saluti istituzionali. Tra gli ospiti anche Filippo Dispenza, prefetto e coordinatore della commissione straordinaria del Comune di Caivano, la docente e pedagogista Emiliana Senatore, il colonnello Filippo Melchiorre, comandante provinciale dei Carabinieri di Salerno, e l’avvocata Ambra Viscito, presidente dell’associazione Frida – Contro le violenze di genere, ente gestore del Centro Antiviolenza di Cava de’ Tirreni.

La prefazione del libro, firmata da Bianca Berlinguer, sottolinea come Simonetta sia viva in ogni storia narrata. «Come dice il presidente Mattarella, la memoria va coltivata – ha ricordato la madre –. Ed è quello che cerco di fare ogni giorno». Un impegno civile e culturale che ha trovato riscontro in numerose intitolazioni: «A mia insaputa, pochi giorni fa il sindaco di Lamezia Terme ha intitolato una strada a mia figlia. Ma Simonetta vive anche a Treviso, Siena, Torino, al Museo del Mare in Abruzzo, fino a Catania».

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