Meloni e le polemiche sul manifesto di Ventotene: «Questa non è la mia Europa». Tensione in Aula, opposizioni in rivolta. Nella giornata odierna, mercoledì 19 marzo, ha preso il via la discussione generale sulle comunicazioni della premier in preparazione al Consiglio Europeo del 20 e 21 marzo.
Meloni e le polemiche sul manifesto di Ventotene
Ha preso il via in Aula alla Camera la discussione generale sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in preparazione al Consiglio Europeo del 20 e 21 marzo. La premier è presente in Aula, accompagnata a destra dal ministro Guido Crosetto, con il quale ha scambiato alcune parole all’inizio della seduta. Tra i presenti ci sono anche i ministri Tommaso Foti e Carlo Nordio, mentre a sinistra si trovano Orazio Schillaci e Gilberto Pichetto Fratin. I banchi dei parlamentari sono piuttosto affollati.
Il dibattito è iniziato con l’intervento di Luigi Marattin, che ha messo in evidenza la questione dei dazi. Isabella De Monte, di Forza Italia, ha evidenziato l’importanza di «lavorare per una pace duratura anche attraverso la deterrenza». Tra le citazioni, Marattin ha richiamato Aldo Moro, mentre De Monte ha citato Alcide De Gasperi. La premier Meloni ascolta attentamente e prende appunti.
I presenti e gli assenti
Questa mattina i banchi del governo alla Camera erano meno affollati rispetto a quanto osservato ieri in Senato, durante le comunicazioni del premier Meloni in preparazione al Consiglio Ue. Accanto al premier, a destra si trovava il ministro della Difesa, Guido Crosetto, mentre a sinistra del presidente del Consiglio c’era una sedia vuota. Seguivano i ministri Schillaci e Pichetto Fratin. Presenti anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Era presente anche il sottosegretario Alfredo Mantovano. A un’ora dall’inizio della seduta, non era stato avvistato alcun ministro leghista in Aula, ma intorno alle 10.30 è arrivato il titolare dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
L’assenza dei ministri di Salvini, attualmente all’estero, è stata criticata dal deputato di Italia Viva, Davide Faraone, durante il suo intervento. A questa osservazione ha risposto il leghista Stefano Candiani, affermando: «Abbiamo una sola risoluzione di maggioranza condivisa, mentre l’opposizione ne presenta cinque, tutte diverse. Pertanto, respingiamo l’idea di divisioni all’interno della maggioranza, così come quella riguardante le assenze e le presenze».
«Non sono molto sicuro che il piano venga approvato, per due motivi. Il primo è che il Parlamento olandese si è già tirato indietro, poiché è stata approvata una mozione che prevede il cosiddetto ‘opting out’ nel caso in cui la Commissione Europea autorizzi nuovo debito, e il Rearm EU implica proprio tale autorizzazione. Quindi, abbiamo già un paese che si è escluso. La Germania ha modificato la sua costituzione ignorando le regole europee e il Rearm EU, mentre l’Italia non approverà una risoluzione che conferisca a Meloni il mandato per sostenere il Rearm EU. La risoluzione si concentrerà sulla proposta di Giorgetti all’Ecofin e sulla volontà dell’Italia di aumentare la propria difesa in linea con gli impegni presi con la NATO, ma con i propri tempi. Questo è ciò che la maggioranza presenterà oggi in Parlamento, e ci aspettiamo che Meloni sostenga questa posizione al Consiglio Europeo». Queste le parole di Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera della Lega, durante l’intervista a 24 Mattino su Radio 24.
In aula si sono uniti anche i ministri leghisti Valditara e Calderoli. Per circa due ore, tutti i ministri leghisti erano assenti alla Camera. Inizialmente, l’unico rappresentante della Lega presente era il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Successivamente, sono giunti anche il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, e Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le autonomie.
Meloni: “la compattezza non dipende dalla presenza dei ministri in Aula”
«La compattezza del governo non è determinata dalla presenza dei ministri in Aula. Anzi, ho spesso affermato che quando sono impegnati in altre questioni, è giusto che si dedichino al loro lavoro. Credo che fornire risposte ai cittadini sia molto più importante che fare compagnia a me; posso cavarmela da sola». Così ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rispondendo alla Camera dopo il dibattito in preparazione del Consiglio europeo.
«L’Unione Europea deve concentrarsi su meno questioni» perché «la volontà di regolamentare ogni aspetto ci ha ostacolato nell’affrontare le questioni fondamentali. È necessaria un’Europa più efficace nel fornire risposte». Queste le parole del premier Meloni durante le sue repliche alla Camera, dopo la discussione sulle comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 20 e 21 marzo.
Meloni: “Primi segnali di apertura dal colloquio Trump-Putin”
Ieri si è svolta «una lunga conversazione tra il presidente Donald Trump e il presidente Vladimir Putin, durante la quale si è discusso dell’ipotesi di un parziale cessate il fuoco limitato alle infrastrutture strategiche». Questo rappresenta «un primo segnale di apertura che si allinea con quanto concordato in precedenza tra Trump e Zelensky» a Gedda. Così ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rispondendo in Aula dopo il dibattito in vista del Consiglio europeo.
«La posizione del governo è netta: abbiamo effettuato le nostre valutazioni e il governo aveva richiesto di escludere le spese per la difesa dal calcolo del Patto di stabilità. Tuttavia, oggi non possiamo ignorare il fatto che l’intero Piano presentato dalla presidente della Commissione Ue, von der Leyen, si fonda quasi esclusivamente sul debito nazionale degli Stati». Queste le parole della premier Giorgia Meloni alla Camera, durante la sua replica dopo la discussione sulle comunicazioni in vista del Consiglio Ue, in riferimento al ReArm Europe. “Per questo motivo stiamo avanzando altre proposte, poiché ci consente di escludere alcune spese, ma dall’altro lato è fondamentale incentivare gli investimenti privati in questo settore. Insieme a Giorgetti – ha proseguito – abbiamo sviluppato una proposta che si ispira all’Invest Eu, con garanzie europee per gli investimenti privati, e stiamo cercando di rendere questo piano più sostenibile. Ma la nostra posizione mi sembra chiara».
Meloni al M5S: “Fate polemica, ma con voi aumentano le spese per la difesa”
«Non so cosa aspettate che io dica. Mi dispiace per voi, ma sembra che non abbiate proposte concrete. Capisco perché, quando eravate al governo, l’Italia ha affrontato diverse difficoltà. Sono consapevole che i cittadini sono preoccupati, e lo sono anch’io» ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Non ho tempo da perdere con la vostra polemica. Gli italiani giudicheranno le vostre posizioni, che sono in contrasto con le scelte fatte quando eravate al governo. Da opposizione vi dichiarate antimilitaristi, ma quando eravate al governo avete approvato il più significativo aumento delle spese per la difesa in rapporto al Pil». Così Meloni ha risposto in Aula dopo il dibattito in vista del Consiglio europeo, rispondendo agli «insulti» provenienti dal Movimento 5 Stelle.
Meloni menziona il Manifesto di Ventotene: “Questa non è la mia Europa”
«Se questa è la vostra idea di Europa, non è certamente la mia». Così ha dichiarato la premier Giorgia Meloni alla Camera, concludendo la sua replica dopo la discussione sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio Ue. Durante il suo intervento, ha citato alcuni estratti del Manifesto di Ventotene, rivolgendosi alle opposizioni in un momento di vivace dibattito in Aula. «Non mi è del tutto chiara neppure la vostra concezione di Europa, poiché durante la manifestazione di sabato in piazza del Popolo e anche qui in Aula, molti partecipanti hanno richiamato il Manifesto di Ventotene: spero che non l’abbiano mai letto, perché l’alternativa sarebbe inquietante», ha esordito Meloni, esprimendo la sua «soddisfazione» nel «citare testualmente» alcuni passaggi del documento redatto nel 1941 da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi.
La premier ha quindi avviato una serie di citazioni, «per chi ci segue da casa e per coloro che non hanno mai avuto l’opportunità di leggerle»: «La rivoluzione europea, per soddisfare le nostre necessità, dovrà essere di stampo socialista»; «La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta o ampliata caso per caso»; «In periodi di rivoluzione, quando le istituzioni non devono essere semplicemente gestite, ma create, la prassi democratica fallisce in modo clamoroso»; «Nel momento in cui è richiesta la massima determinazione e audacia, i democratici si sentono disorientati, non avendo alle spalle un consenso popolare spontaneo, ma solo un tumulto confuso di emozioni»; «La metodologia politica democratica diventerà un fardello durante la crisi rivoluzionaria». Mentre in Aula si levavano urla e proteste da parte delle opposizioni, Meloni si è rivolta ai banchi del centrosinistra esclamando «fermi, fermi», e anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, è intervenuto per richiamare all’ordine.
Il partito rivoluzionario, ha continuato Meloni citando il Manifesto di Ventotene, «estrae la sua visione e la certezza su ciò che deve essere fatto non da una previa approvazione dell’ancora assente volontà popolare, ma dalla consapevolezza di rappresentare le esigenze fondamentali della società contemporanea. In questo modo, fornisce le prime indicazioni per un nuovo ordine e stabilisce una prima disciplina sociale per le masse disordinate. Attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si costruisce il nuovo stato, attorno al quale si sviluppa la vera democrazia». «Non so – ha concluso la presidente del Consiglio rivolgendosi alle opposizioni – se questa sia la vostra idea di Europa, ma di certo non è la mia».
Tensione in Aula Camera: fischi e contestazioni, seduta interrotta
In Aula si sono registrate forti proteste da parte dell’opposizione, con fischi, dopo che la premier ha presentato il manifesto di Ventotene rivolgendosi al centrosinistra. Applausi sono giunti dai banchi del centrodestra, ma il centrosinistra ha risposto con fischi e grida. Il presidente Lorenzo Fontana ha quindi deciso di sospendere la seduta.
«Giorgia Meloni ha il compito di tutelare l’interesse nazionale italiano. Non credo che ciò di cui si discute a Bruxelles rispecchi l’interesse nazionale italiano, né quello dei cittadini europei. Non so a nome di chi parlino Ursula von der Leyen e Kaja Kallas. Sembra quasi che qualcuno in Europa voglia ostacolare il processo di pace, che è stato virtuosamente avviato da Trump, al quale offriamo tutto il nostro sostegno e supporto». Queste le parole del leader della Lega, Matteo Salvini, durante una conferenza stampa a Bruxelles.
Proteste dell’opposizione e richiesta di intervento a Fontana, seduta sospesa
Nuove manifestazioni di dissenso da parte dell’opposizione in Aula al momento della ripresa dei lavori, in seguito alle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni e ai riferimenti al manifesto di Ventotene. Durante una serie di interventi appassionati, Marco Grimaldi, Federico Fornaro e Matteo Richetti hanno espresso la loro indignazione per quanto accaduto, sollecitando un intervento del presidente Fontana. L’atmosfera in Aula si è surriscaldata, con parlamentari in piedi che si scambiavano urla da entrambe le parti, costringendo il presidente Fontana a interrompere nuovamente e a convocare i capigruppo.
«Non è tollerabile ridurre a caricatura quegli uomini. Presidente Meloni, lei è qui in questo Parlamento anche grazie a loro. Questo è un luogo sacro della democrazia, e noi siamo presenti grazie ai visionari di Ventotene, che erano prigionieri politici. La presidente del Consiglio dovrebbe inginocchiarsi di fronte a questi uomini e donne, invece di deriderli». Queste le parole di Federico Fornaro (Pd) durante il suo intervento nell’Aula della Camera, in risposta alle affermazioni della premier Meloni, che aveva letto il manifesto di Ventotene dichiarando che quella «non è la mia» Europa.
«Il presidente del Consiglio ha espresso delle critiche riguardo a certi aspetti del Manifesto di Ventotene, ma non ha mai mancato di rispetto a Altiero Spinelli. Non ha mai pronunciato parole negative nei suoi confronti. Mi sembra che la polemica sia ingiustificata. È possibile non condividere alcune idee. Io rispetto tutti, ma la mia visione di Europa è quella di De Gasperi». Queste le dichiarazioni del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, all’arrivo all’anteprima del Vinitaly a Bruxelles.
Meloni: “Polemiche su Ventotene? Ho semplicemente letto un testo”
«Ho suscitato indignazione? Ho solo letto un testo… non comprendo cosa ci sia di offensivo. Un testo può essere distribuito, ma non letto? È un simbolo? Non l’ho reinterpretato, l’ho semplicemente letto. Non per ciò che il testo rappresentava 80 anni fa, ma perché è stato distribuito sabato scorso. Un testo che, sebbene avesse un contesto specifico 80 anni fa, oggi deve essere letto e discusso se è in linea con le tue convinzioni». Queste le parole della premier Giorgia Meloni, che ha commentato le sue dichiarazioni sul Manifesto di Ventotene mentre arrivava in albergo a Bruxelles, dove domani parteciperà al Consiglio europeo.