Il leader della Lega, Matteo Salvini, è stato assolto dall’accusa di vilipendio all’ordine giudiziario, reato che avrebbe commesso per un discorso in occasione del congresso regionale della Lega a Collegno (Torino) il 14 febbraio 2016.
Matteo Salvini assolto dall’accusa di vilipendio all’ordine giudiziario
Nell’occasione, il leader della Lega parlò dei giudici come di “una schifezza” e di un “cancro da estirpare”. Parole che – secondo la ricostruzione della Procura – ebbero natura di dileggio, ingiuria, disprezzo. Ben sapendo, “di essere davanti a telecamere e stampa e, quindi, avendo coscienza e volontà di compiere un reato”.
Che cos’è il reato di vilipendio
Si parla di vilipendio, nel diritto penale italiano, in riferimento ad alcuni reati che consistono in manifestazioni di disprezzo verbale rivolte a determinati soggetti (particolarmente le istituzioni dello Stato, ma anche le confessioni religiose o i defunti).
Il termine deriva dalla lingua latina vilipendĕre, composto da vilis, vile, e pendĕre, stimare: considerare vile, giudicare di poco valore
Il reato di vilipendio nella legislazione italiana è strettamente connesso al concetto, analogo in altri ordinamenti, di lesa maestà.