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Mascherine gratis spedite dalla Regione Campania, esperti divisi sull’efficacia

Mascherine gratis dalla Regione Campania, secondo gli esperti il prodotto è «lontano dagli standard dei prodotti sanitari ma potenzialmente in linea con la fase due». Dopo la distribuzione lampo delle ultime 48 ore nelle farmacie partenopee, è partito ieri lo smistamento da parte di Poste Italiane su scala regionale. Si andrà avanti con le consegne fino al 2 maggio: Palazzo Santa Lucia ha garantito mascherine per «2,2 milioni di famiglie partenopee esenti per reddito della Campania – ha spiegato la presidenza della Regione – affidando il lavoro a numerose aziende, delle quali solo una non è campana. Diverse tra queste società sono del campo della sartoria, riconvertite per l’emergenza».

Mascherine gratis della Regione Campania

Il calendario della distribuzione varia da zona a zona. Già avviata la distribuzione a domicilio nei Comuni capoluogo: oggi si parte a Napoli dai centri di smistamento di Soccavo e corso Meridionale. Dal 27 aprile si procederà in tutti i Comuni con oltre 10mila abitanti. I Comuni sotto i 10mila abitanti, invece, potranno ritirare le mascherine presso il Centro servizi Asl di Caivano, secondo il calendario comunicato dall’Anci. Il tutto senza contatto tra postino e destinatario del pacco.



Stando alla determina 189 del 17 aprile della Soresa, sono 30 le aziende «aggiudicatarie dell’accordo» sulla fornitura di mascherine. Sei di queste risultano «aggiudicatarie dell’esecuzione degli ordini nella fase d1» per un totale di 3 milioni di mascherine pagate dalla Regione 2,782 milioni di euro. Ognuna di queste 6 aziende ha proposto un diverso prodotto con un diverso costo, variabile tra «1,27» e «2,79 euro». Ieri è partita la seconda procedura: un milione di euro circa per altri due milioni di mascherine. Un impegno notevole, dal punto di vista numerico.



Si tratta di mascherine lavabili, che potranno essere riutilizzate ma ovviamente per un numero limitato di volte. «Le mascherine in fase di distribuzione sono propedeutiche all’obbligo di indossarle che scatterà dal 4 maggio in poi – fa notare in merito il consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli – Ma, sebbene sia apprezzabile lo sforzo del governatore, c’è un problema nella distribuzione a domicilio: si dà per scontato che ogni famiglia esente da ticket per reddito sia composta da due persone. Invece potrebbero esserci single o nuclei ad esempio di 4 persone».



La valutazione degli esperti

Gli esperti hanno valutato le mascherine appena distribuite dalle farmacie. «Per me si tratta di una mascherina fatta in maniera artigianale – dice il noto farmacista di Fuorigrotta Paolo Cotroneo – L’ho rifiutata un mese fa quando mi è stata proposta in acquisto. La prova dell’accendino, fatta per verificare il passaggio di sostanze, fallisce con questo prodotto: l’accendino si spegne. L’iniziativa della Regione non è assolutamente da condannare in funzione collettiva, ma c’è chi me l’ha restituita». «La mascherina sarà uno strumento fondamentale per la fase 2 – spiega il professor Andrea Bianco, ordinario di Malattie dell’apparato respiratorio alla Vanvitelli – Ma al tempo stesso la sua indispensabilità può diventare un alibi per abbassare i livelli di protezione. Non si può prescindere dal rispetto della qualità dei sistemi di protezione.



Il livello di protezione dal contagio sarà direttamente proporzionale alla qualità delle mascherine. Le mascherine non ffp2 possono essere una misura collettiva per ridurre il contagio, ma dove il rischio è più elevato le mascherine dovranno essere adeguate». «Si tratta di una barriera fisica che limita la diffusione di goccioline – osserva il professor Giancarlo Ripabelli, ordinario di Igiene all’Università del Molise – e che protegge l’ambiente, come specificato nelle indicazioni. Non sono mascherine chirurgiche, ma composte di tnt molto traspiranti, paragonabili a quelle della filiera alimentare. Quella della Regione è un’iniziativa in linea con quanto potrebbe essere attuabile nella fase due, ma lontana dagli standard delle mascherine utilizzabili in ambienti sanitari».

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