Un nuovo capitolo di concorrenza sleale si apre sugli scaffali della grande distribuzione con la comparsa di limoni africani dalla buccia non edibile, una vera e propria minaccia per i produttori campani. Coldiretti Campania solleva nuovamente il problema a poco più di un mese dal sequestro di una nave proveniente dall’Africa, intercettata nel porto di Salerno con un carico di uva e insalata.
Limoni africani dalla buccia non commestibile: allarme di Coldiretti Campania
Il presidente di Coldiretti Campania, Ettore Bellelli, denuncia la situazione: «Le immagini che riceviamo quotidianamente da produttori, imprenditori e consumatori ci mostrano un costante attacco al lavoro dei nostri soci. Quando questi attacchi colpiscono prodotti autentiche eccellenze della nostra regione, alla rabbia si aggiunge anche lo sdegno».
La pratica della grande distribuzione, spiega Bellelli, è quella di acquistare prodotti da Paesi lontani a basso costo, per poi riempire gli scaffali con offerte apparentemente vantaggiose per i consumatori, ma che penalizzano fortemente le produzioni locali a chilometro zero, spesso lasciate invendute e sulle piante in attesa di tempi migliori.
«Questi agrumi sono riconosciuti a livello internazionale per la loro qualità. Mentre la grande distribuzione invita a scartare la buccia, noi invitiamo i consumatori a rivolgersi direttamente ai produttori locali, come quelli dei Mercati di Campagna Amica. Le bucce dei nostri limoni sono alla base di liquori dal sapore unico, un vero e proprio souvenir della Campania apprezzato in tutto il mondo. Se la scorza africana non è commestibile, non possiamo escludere che anche l’interno riservi altre sorprese negative», aggiunge il presidente.
Coldiretti Campania ricorda inoltre come le offerte allettanti di prodotti stranieri fuori stagione, dalle fragole spagnole all’uva e insalata, ora si allargano ai limoni. «Quale sarà il prossimo attacco al lavoro dei nostri agricoltori? Fichi e angurie?», si domanda Bellelli, sottolineando come questa dinamica non solo danneggi i produttori, ma anche i consumatori, a cui viene offerta una qualità inferiore sotto il falso pretesto del risparmio.