Cronaca

Liliana Resinovich, si cerca il DNA dell’assassino. Il marito: «Non so chi sia stato, ma Sterpin ha agito in modo sospetto». Il caso arriva su Quarto Grado

Liliana, il marito e l'amico Sterpin
Liliana, il marito e l'amico Sterpin

Si cerca il DNA dell’assassino di Liliana Resinovich, uccisa il 14 dicembre a Trieste: il caso arriva su Quarto Grado nella serata di oggi venerdì 7 marzo. Il marito: «Non so chi sia stato, ma Sterpin ha agito in modo sospetto». Lo riporta Il Mattino.

Liliana Resinovich, caccia al DNA dell’assassino: il caso a Quarto Grado

Stasera, venerdì 7 marzo, alle 21.25 su Rete 4, torna l’appuntamento con Quarto Grado, condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero. Scopriamo le anticipazioni della puntata di stasera, che si concentrerà sui casi di Pierina Paganelli e Liliana Resinovich.

Il caso di Pierina Paganelli

Il programma, curato da Siria Magri, si apre con il mistero di Pierina Paganelli: la nuora Manuela Bianchi è stata inserita nella lista degli indagati per favoreggiamento. La Bianchi avrebbe incontrato l’amante Louis Dassilva sul luogo del delitto, il giorno dopo l’omicidio di Paganelli. Nonostante i risultati dell’ultima perizia sembrino scagionarlo, le dichiarazioni della Bianchi lo riportano al centro dell’attenzione nella scena del crimine.

Il caso di Liliana Resinovich

Si nutre la speranza che il “corpo” di Liliana Resinovich possa ancora fornire risposte. La Procura di Trieste ha chiarito, lo scorso lunedì, che si tratta di un omicidio, come riportato da AdnKronos, evidenziando la necessità di una «profonda rivalutazione dell’intero procedimento» a seguito del deposito dell’autopsia. Le conclusioni, espresse in due pagine, sono categoriche: la morte di Liliana Resinovich “è da collocarsi con elevatissima probabilità nella mattinata del 14 dicembre 2021” e “è molto probabile che il corpo sia rimasto sempre nello stesso luogo in cui è stato rinvenuto”. Queste affermazioni sono supportate da evidenze scientifiche e dall’assenza di elementi che suggeriscano una permanenza in un altro luogo.

La causa del decesso è riconducibile a un’asfissia meccanica esterna, ovvero soffocamento diretto, avvenuta in concomitanza o immediatamente dopo l’inflizione di lesioni contusive, come afferramenti, colpi, compressioni, pugni e graffi, principalmente al capo e alla mano destra, e probabilmente anche in altre parti del corpo, come il torace e gli arti. In termini semplici, la vittima è stata prima aggredita e poi soffocata. Le analisi microscopiche hanno mostrato che le contusioni riscontrate sono state prodotte poco prima della morte. L’ipotesi che tali ferite possano essere il risultato di un incidente appare tecnicamente infondata, suggerendo invece che solo l’intervento di una terza persona possa spiegare in modo concreto e plausibile quanto accaduto. Non ci sono evidenze tecnico-scientifiche che supportino l’idea di un suicidio.

Le evidenze «convergono a delineare uno scenario in cui solo una dinamica omicidiaria realizzatasi attraverso soffocamento esterno diretto trova una motivazione tecnica concreta», affermano i medici legali Cristina Cattaneo, Stefano Vanin, Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone. Per risolvere il caso, gli esperti suggeriscono alla Procura un percorso chiaro e praticabile. «Dai test effettuati sono emersi elementi piliferi (provenienti dagli indumenti, dai sacchetti che avvolgevano la testa e dai peli pubici della vittima), per cui si raccomandano approfondimenti genetici utilizzando nuove tecnologie di sequenziamento ultramassivo (Ngs) al fine di cercare eventuali terze persone coinvolte. Un suggerimento simile viene proposto anche per l’analisi di tutti gli estratti ancora disponibili delle indagini genetiche già condotte, ritenuti rilevanti, così come per le formazioni pilifere già campionate in precedenza dalla Polizia scientifica».

Le dichiarazioni del marito

«La perizia cambia radicalmente tutto ciò che è stato affermato fino ad ora. Non riesco più a comprendere nulla. Ho piena fiducia in ciò che la Procura ci comunicherà. È sufficiente con i sospetti nei miei confronti, cercate l’assassino di Lilly», è l’ultimo appello in televisione di Sebastiano Visintin, marito della vittima. Le accuse si intensificano, con il fratello di Lilly, Sergio Resinovich, che esorta il marito a «rivelare ciò che sa», mentre l’amante della donna, Claudio Sterpin, si allinea: «Visintin conosce la verità». Sebastiano Visintin, tirato in ballo, non resta in silenzio. «Non ero a conoscenza – afferma il marito di Lilly al Corriere della Sera – della relazione con Claudio Sterpin, non sapevo che si vedessero, pensavo che mia moglie andasse da lui solo per stirargli le camicie».

Visintin risponde anche alle accuse di Sergio Resinovich: «Qual è il senso di tutta questa messinscena con sacchi, sacchetti e cordini? E perché portare Lilly in quel boschetto, rischiando di essere visti?». Riguardo alla questione economica, Visintin minimizza: «E io – continua il marito in un’intervista a Il Corriere – uccido mia moglie per la pensione, come se fosse stata di un miliardo».

«Anch’io – prosegue – sono in cerca della verità e ritengo che sia fondamentale. Riguardo al killer? Non ho nomi, solo alcune stranezze, e parlo di Sterpin: qualche giorno prima del ritrovamento si trovava a cento metri da quel luogo e il giorno dopo si è recato in Questura per indicare proprio quel posto». Ci sono anche dei dubbi sulla versione di Sergio Resinovich: «Il fratello di Lilly afferma che lei gli aveva rivelato che dietro un quadro nella nostra casa c’erano dei codici segreti e non voleva che io ne fossi a conoscenza. Ma quei codici non ci sono più. Potrebbe esserci un’altra pista? Cosa rappresentavano quei codici? Una cassetta di sicurezza? Documenti? Foto? Denaro?». Visintin continua a considerare l’ipotesi del suicidio: «Non è da escludere».

La trasmissione

A “Quarto Grado” sono stati confermati anche gli interventi di esperti e ospiti, tra cui Carmen Pugliese, Luciano Garofano, Massimo Picozzi, Caterina Collovati, Carmelo Abbate, Grazia Longo, Umberto Brindani, Marco Oliva e Paolo Colonnello. Si rafforza ulteriormente il legame tra “Quarto Grado” e il suo pubblico: una community molto attiva, i quartograders, che ogni venerdì partecipa in diretta sui social al programma.

Liliana ResinovichTrieste

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