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Polizze Catastrofali, il decreto diventa definitivamente legge: ecco cosa cambia, chi deve adeguarsi e le tempistiche

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Foto di repertorio

Il decreto sulle polizze catastrofali diventa definitivamente legge: ecco cosa cambia, chi deve adeguarsi e quali saranno le tempistiche. La legge che introduce l’obbligo di assicurazione contro le calamità naturali per edifici e aziende. Le scadenze per le piccole e medie imprese sono state posticipate, mentre le grandi imprese devono adeguarsi immediatamente, sebbene non siano previste sanzioni fino a luglio 2025.

Polizze Catastrofali, il decreto diventa legge

Con 78 voti favorevoli, 53 astensioni e nessun voto contrario, il Senato ha approvato in via definitiva il nuovo sistema di assicurazioni obbligatorie per le imprese italiane contro i danni causati da calamità naturali. La conversione in legge del decreto n. 39 del 2025 rappresenta un passo importante: d’ora in poi, per poter accedere a qualsiasi forma di indennizzo pubblico in caso di disastri naturali, le imprese dovranno dimostrare di avere una polizza attiva.

La nuova normativa, ora ufficialmente in vigore, riguarda tutte le aziende con sede legale o una stabile organizzazione in Italia, introducendo tempistiche diverse in base alla dimensione dell’impresa. Si tratta di un provvedimento atteso da tempo, il cui obiettivo dichiarato è quello di rafforzare la cultura della prevenzione in un Paese colpito frequentemente da frane, alluvioni e terremoti, che causano danni ingenti.

Secondo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’intento non è solo quello di proteggere il patrimonio produttivo, ma anche di prevenire che ogni emergenza naturale si trasformi automaticamente in un’emergenza finanziaria per lo Stato. “L’obiettivo è responsabilizzare il sistema imprenditoriale, promuovendo un modello più resiliente e meno dipendente dagli aiuti pubblici”, affermano dal MIMIT.

Sebbene l’obiettivo sia chiaro, le critiche non sono mancate, soprattutto da parte delle micro e piccole imprese, che segnalano difficoltà concrete nell’adeguarsi: costi elevati, mancanza di chiarezza nelle condizioni e poche soluzioni realmente accessibili. In settori come l’agricoltura e l’artigianato, c’è preoccupazione che l’obbligo si traduca in un onere burocratico piuttosto che in una protezione effettiva. Inoltre, si avverte una sensazione diffusa che il mercato assicurativo non sia ancora pronto a offrire soluzioni su misura per tutte le tipologie di imprese.

Iter complesso per le Polizze Catastrofali, tra proteste e rinvii

L’obbligo di stipulare una polizza catastrofale è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2024, con una scadenza inizialmente fissata per la fine dell’anno. Tuttavia, le proteste delle imprese, in particolare quelle medio-piccole, hanno spinto il Governo a rivedere più volte i termini. Inizialmente, è stato previsto un rinvio tramite il decreto Milleproroghe, seguito da un tentativo, poi fallito, di estendere ulteriormente il termine nel decreto Bollette. Alla fine, è stato necessario un decreto legge specifico, approvato dal Consiglio dei Ministri a marzo e successivamente convertito in Parlamento senza opposizioni. Il dibattito in Aula è stato prevalentemente tecnico: 78 voti favorevoli, 53 astensioni e nessun voto contrario. La maggioranza ha sostenuto il provvedimento, mentre le opposizioni, pur non opponendosi, hanno scelto di astenersi, evidenziando la necessità di ulteriori chiarimenti e interventi correttivi.

Cosa prevede la legge sulle Polizze Catastrofali: obblighi e scadenze

Il decreto, ora convertito in legge, ha esteso i termini precedenti, che richiedevano la stipula delle polizze entro il 31 marzo 2024. Sono state introdotte tre nuove scadenze, differenziate in base alla dimensione delle imprese:

  • Grandi imprese: devono rispettare l’obbligo a partire dal 31 marzo 2025, con un periodo di tolleranza di 90 giorni. Le sanzioni per chi non si adegua entreranno in vigore dal 1° luglio 2025.
  • Medie imprese: hanno tempo fino al 1° ottobre 2025 per mettersi in regola.
  • Micro e piccole imprese: beneficiano della proroga più lunga, con scadenza fissata al 1° gennaio 2026.

È fondamentale sottolineare che le imprese che non si adeguano non potranno accedere a nessun tipo di agevolazione pubblica, comprese le detrazioni fiscali e i contributi diretti per la ricostruzione o la ripresa in caso di disastri.

Senza assicurazione, niente risarcimenti: il principio del “chi è coperto, viene risarcito”

La riforma si basa su un principio chiaro: solo le imprese assicurate potranno accedere ai fondi pubblici in caso di calamità naturali. La legge stabilisce che l’indennizzo sarà disponibile esclusivamente per gli edifici che dispongono di una polizza attiva al momento dell’evento, a condizione che siano conformi alle normative edilizie. Questo obbligo si applica a tutti gli immobili costruiti o ampliati legalmente, in possesso di un titolo edilizio valido; sono inclusi anche gli edifici che hanno ottenuto una sanatoria, sia essa conclusa o in corso. Al contrario, gli immobili abusivi sono categoricamente esclusi: non potranno ricevere alcun tipo di indennizzo, contributo o agevolazione finanziaria da parte dello Stato o di altri enti pubblici, nemmeno in caso di eventi catastrofali.

Il vincolo si applica anche alle strutture aziendali non di proprietà, come edifici, impianti o attrezzature in affitto o in concessione: in questi casi, l’obbligo di assicurazione ricade sull’utilizzatore, a meno che il bene non sia già coperto dall’assicurazione del proprietario.

Le regole tecniche: cosa stabilisce il decreto attuativo del MIMIT

A completare il quadro normativo c’è il decreto attuativo del MIMIT, emanato il 30 gennaio 2025 (decreto n. 18), che specifica i dettagli operativi dell’obbligo assicurativo. Questo include lo schema base della polizza, i criteri per confrontare le offerte sul mercato e l’elenco dei danni da risarcire. Il regolamento chiarisce che il contratto assicurativo deve coprire eventi naturali potenzialmente catastrofici, come terremoti, alluvioni, frane e inondazioni, e deve riguardare l’intero patrimonio immobiliare produttivo dell’impresa.

L’ANIA, l’associazione nazionale delle compagnie assicurative, ha pubblicato una serie di domande e risposte ufficiali per aiutare le imprese a capire chi deve sottoscrivere la polizza e quali beni devono essere assicurati. Tra le novità introdotte dal decreto, si segnala l’eliminazione dei limiti massimi di scoperto e franchigia per alcune categorie di danni, oltre alla possibilità di estendere la copertura agli immobili a uso promiscuo, come le abitazioni utilizzate parzialmente per attività imprenditoriali.

Ora la sfida si sposta sul mercato: le compagnie assicurative dovranno fornire prodotti chiari, accessibili e conformi alla normativa. Inoltre, lo Stato avrà il compito di monitorare l’attuazione del sistema, affinché il passaggio da una logica di emergenza a una di prevenzione non rimanga solo un’intenzione scritta.

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