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Monte Cervati, cresce la tensione: nuove denunce su tracciato, fondi e tutela ambientale

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Monte Cervati

Indagini in corso sul Monte Cervati: al centro del fascicolo la natura della strada, l’uso dei fondi pubblici e la sicurezza del cantiere. Il Comitato “Salviamo il Cervati” presenta un nuovo esposto denunciando irregolarità e rischi ambientali. Lo riporta InfoCilento.

Monte Cervati, nuove segnalazioni e indagini in corso sulla strada contestata

Le verifiche della Procura di Lagonegro sulla vicenda della strada del Monte Cervati proseguono senza sosta. L’attenzione degli inquirenti è concentrata sul Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e su due figure istituzionali: il presidente dell’Ente Parco, Giuseppe Coccorullo, e il sindaco di Sanza, Vittorio Esposito. L’indagine trae origine da un esposto presentato nel maggio 2024 dalle associazioni della rete “Salviamo il Cervati”.

Le accuse sulle irregolarità del tracciato

Le ipotesi di reato al vaglio riguardano presunte violazioni della normativa sulle aree protette e i reati di falso ideologico e materiale. Secondo il Comitato denunciando, il nodo principale sarebbe la definizione stessa della strada: quella considerata un’arteria esistente sarebbe, in realtà, una pista di esbosco realizzata negli anni Settanta senza autorizzazioni, assente nel PUC del Comune di Sanza e dall’elenco ufficiale delle strade ricadenti nel territorio del Parco.

Fondi regionali e segnalazioni alla Corte dei Conti

La contestata classificazione del percorso come “strada già esistente” — e non come nuova opera, che non sarebbe stata autorizzabile — avrebbe rappresentato, secondo i segnalanti, l’atto chiave per avviare i lavori e permettere l’assegnazione di fondi regionali. Proprio su questi finanziamenti, derivanti da risorse europee destinate alle infrastrutture di collegamento tra centri urbani, sono stati sollevati ulteriori dubbi: secondo il Comitato, non sarebbero compatibili con la natura dell’intervento previsto sul Cervati. La questione è stata segnalata anche alla Corte dei Conti.

Cantiere aperto e pericoli idrogeologici

Oltre agli aspetti burocratici, le associazioni puntano il dito contro la gestione pratica dei lavori. Il cantiere, descritto come lento nell’avanzamento, sarebbe lasciato aperto e senza sorveglianza, in violazione delle norme sulla sicurezza: una condizione che permetterebbe l’accesso continuo a persone e mezzi, comprese moto da cross e quad. Nel frattempo, a luglio è stato steso un primo strato di asfalto “ecologico” fino alla cima del monte, un intervento approvato dall’Ente Parco ma contestato duramente. Le opere per la regimentazione delle acque, inoltre, presenterebbero secondo il Comitato «criticità potenzialmente pericolose» sul fronte della prevenzione del rischio idrogeologico.

Nuovo esposto e richieste di tutela

A fronte delle criticità rilevate, all’inizio di novembre il Comitato ha protocollato un nuovo esposto indirizzato alla Procura, all’Ente Parco e all’Ispettorato del Lavoro. Le associazioni chiedono che l’Ente eserciti pienamente le proprie funzioni di sorveglianza e salvaguardia ambientale. Lo sguardo è rivolto anche al futuro della vetta e delle aree SIC/ZPS. «Il nostro impegno – sottolineano – è ottenere una regolamentazione rigorosa che vieti in modo assoluto l’accesso di quad e motocross alla strada del Cervati». Nell’immediato, la richiesta è chiara: «il cantiere deve essere controllato e l’ingresso va impedito a chi non è autorizzato», fatto salvo per gli aventi diritto.

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