La sindaca Francese risponde alle critiche di Greenpeace sull’impianto di allevamento di tonno rosso a Battipaglia: “Concessione rilasciata in totale trasparenza e nel rispetto della legge”.
Tonno rosso a Battipaglia, la sindaca risponde alle accuse
Continua la controversia sull’impianto di allevamento di tonno rosso autorizzato nel mare antistante il lido Lago, a circa 7 km dalla costa della Piana del Sele. Dopo le critiche di Greenpeace riguardo a possibili rischi ambientali, mancanza di trasparenza e inquinamento marino, la sindaca Cecilia Francese interviene per chiarire la posizione dell’amministrazione comunale.
La replica
In una nota ufficiale, Francese sottolinea come l’autorizzazione sia stata rilasciata nel rispetto della normativa vigente, evidenziando che la mancanza di una regolamentazione nazionale più stringente – lamentata anche da Greenpeace – limita l’intervento statale in materia di tutela delle acque. Inoltre, la concessione riguarda un’area inferiore ai 50.000 metri quadrati, quindi non soggetta a una valutazione di impatto ambientale da parte del Comune.
Gli uffici comunali hanno inoltre richiesto chiarimenti al Ministero, che ha risposto specificando che gli impianti non sono ancora operativi e che non risultano attualmente società impegnate nella loro gestione o manutenzione, sollevando interrogativi sulla reale esistenza degli allevamenti o sulla possibilità che siano “impianti fantasma” usati per mantenere quote ICCAT.
La trasparenza
Il Comune di Battipaglia si è distinto per la completa trasparenza, fornendo a Greenpeace tutta la documentazione richiesta, nonostante non sia stata menzionata nei report dell’associazione ambientalista. Va precisato che la concessione attuale, rilasciata a Tuna Sud Srl, riguarda un’area di circa 49.000 metri quadrati, pari al 5% della superficie occupata in precedenza da un allevamento gestito da Campania Pesca s.c.a.r.l., su un’estensione di un milione di metri quadrati. L’impianto si trova a circa 70 metri di profondità.
Prima del rilascio della concessione, il Comune ha effettuato tutti i controlli amministrativi necessari, compresi quelli antimafia, e ha ottenuto pareri favorevoli dagli enti competenti. Per l’amministrazione Francese, dunque, il permesso non è stato un atto discrezionale, ma un obbligo di legge.