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Guerra artica, iniziata l’operazione “Volpe bianca”: di cosa si tratta e come si svolge l’esercitazione nelle Alpi

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Le prove

Guerra artica, è iniziata l’operazione Volpe Bianca: di cosa si tratta e come si svolge l’esercitazione delle truppe alpine con l’utilizzo di droni e tecnologie cyber sulle Alpi. Una sfida a -40 gradi nella Val Pusteria.

Guerra artica, iniziata l’operazione “Volpe bianca”: di cosa si tratta

Nel vasto paesaggio innevato, le uniformi mimetiche risaltano. I soldati indossano tute bianche che coprono elmetti, armi e giubbotti antiproiettile. Anche i veicoli blindati, che si muovono lentamente, sono coperti da teli bianchi per sfuggire all’osservazione, sia da chi si trova dietro i rilievi al confine tra Italia e Austria, sia da chi guarda dall’alto. Combattere e sopravvivere a 2.000 metri di altitudine richiede un addestramento da forze speciali. Qui, tra nuvole, gelo estremo e nebbia, anche il decollo dei droni diventa un’operazione estremamente complessa.

Le frequenze utilizzate dagli eserciti cyber al posto dei proiettili rappresentano l’arma segreta e più efficace. Tuttavia, per i soldati abituati a operare tra le vette innevate, la sfida si fa ora più complessa: integrare e potenziare le tecniche di guerra artica con quelle del conflitto tecnologico. Questo è un piano concreto e allarmante, nel quale si stanno cimentando da oggi gli Alpini e le unità tecnologiche della Difesa italiana. Si tratta di un’esercitazione che ha il sapore di una prova generale, coinvolgendo oltre 1300 militari dell’Esercito. Lo scenario non è stato scelto a caso, ma mira a mettere in luce le emergenze che si intrecciano nell’agenda delle cancellerie internazionali: gli interessi economici e geopolitici che si scontrano sui ghiacci dell’Artico e la logorante battaglia che si svolge nelle distese gelate dell’Ucraina, la quale non sembra destinata a concludersi.

A completare il quadro, su cui si concentrano le attenzioni di diplomatici e militari, ci sono le ambizioni espansionistiche di Trump, a cui la Groenlandia risponde con un forte sentimento di autonomia. Inoltre, si profila la possibilità di schierare un contingente multinazionale tra un’Ucraina devastata da tre anni di conflitti e la periferia di una Russia che non ha soddisfatto le sue aspirazioni di espansione. Tutto ciò è sufficiente per essere pronti.

La sfida

In Val Pusteria si stanno simulando condizioni ancora più estreme rispetto al già rigido clima naturale. L’operazione “Volpe bianca” inizia oggi, ma da giorni le unità d’élite dell’Esercito sono già schierate. Sono presenti anche soldati di Polonia e Romania, e non è un caso: la loro familiarità con un ambiente così complesso e il contatto ravvicinato con i russi, sempre più minacciosi per l’Unione Europea, giustificano la loro partecipazione.

Tradizione e innovazione

La direzione è affidata al Comando delle Forze Operative Terrestri dell’Esercito e al Comando delle Truppe Alpine di Bolzano. Tra le montagne e in ambienti chiusi, dove le sfide naturali sono state ulteriormente amplificate da interventi artificiali, operano specialisti provenienti da 15 reggimenti delle Brigate Alpine, insieme ad altre unità dell’Esercito: dal 9° reggimento “Rombo” al 4° Alpini Paracadutisti, fino ai piloti dell’Aviazione dell’Esercito, agli artiglieri e ai tecnici delle trasmissioni alpine. Si tratta di un conflitto artico, ma le operazioni militari tradizionali non sono sufficienti. In questo 2025, in cui anche i carri armati si muovono grazie ai satelliti, l’Italia perfeziona anche le strategie di guerra tecnologica.

Da Dobbiaco a Tai di Cadore, tra l’Alto Adige e il Veneto, si sta sperimentando per la prima volta il potere della digitalizzazione in un contesto estremamente complesso: nel vasto manto bianco della neve, nella nebbia persistente e a temperature molto rigide, dove anche il pilotaggio dei droni diventa una sfida. Per la Difesa italiana, questa rappresenta una nuova necessità che non può più essere rimandata: potenziare le capacità degli Alpini attraverso soluzioni tecnologiche avanzate. La guerra elettronica e quella artica si svolgono simultaneamente e in modo imprescindibile. È fondamentale per garantire la consegna di munizioni in alta quota senza l’ausilio di elicotteri e per neutralizzare i velivoli nemici utilizzando le frequenze, nonostante le difficoltà imposte da imponenti formazioni rocciose.

I test estremi

Durante i giorni di “Volpe bianca”, i soldati italiani saranno sottoposti a prove estremamente impegnative. Non si tratterà solo di affrontare terreni difficili, utilizzando sci e tecnologie cyber, ma anche di resistere a condizioni fisiche estreme. La sfida più ardua consiste nel sopportare temperature di 40 gradi sotto zero, una situazione critica e pericolosa anche per le attrezzature dell’Esercito. Figuriamoci per i militari stessi. Tuttavia, poiché le crisi internazionali si sono spostate verso le regioni artiche, è fondamentale che alpini, paracadutisti e artiglieri siano in grado di resistere: orientarsi, sparare e localizzare il nemico dopo giorni di esposizione al freddo. Non basta far arrivare i droni nel luogo giusto; è essenziale mantenere elevate le capacità cognitive, e questa rappresenta la prova più difficile di questi giorni. Chi perde la lucidità non può sperare di vincere.

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