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Giornata mondiale della filosofia 2020: storia di una filosofa precaria

La Giornata mondiale della filosofia si festeggia ogni anno, in tutto il mondo, il terzo giovedì di novembre. Il World Philosophy Day è stato celebrato per la prima volta il 21 novembre 2002 ed è un evento ideato dall’Unesco che mira a sottolineare il valore duraturo della filosofia per lo sviluppo del pensiero umano.

Il messaggio lanciato dalla giornata mondiale della filosofia nel 2020

La filosofia è un necessario strumento per comprendere e dare risposte alle principali sfide contemporanee. La Giornata mondiale della filosofia 2020, infatti, vuole invitare il mondo intero a riflettere sul significato dell’attuale pandemia, sottolineando quanto sia necessario, oggi più che mai,  il ricorso alla riflessione filosofica per affrontare le molteplici crisi che stiamo attraversando.

Chi è Benedetta Zavatta

Benedetta Zavatta, è una ricercatrice in filosofia: «In un epoca come questa, la filosofia – afferma la filosofa – è fondamentale per sviluppare un pensiero critico, per saper riconoscere le fonti  e capire quali sono quelle indispensabili per la costruzione della realtà».

Zavatta ha una carriera accademica quasi ventennale: laurea quadriennale in filosofia con una tesi in estetica con Pietro Montani, dopo un anno di concorsi per accedere a un dottorato viene ammessa a quello della Fondazione Collegio San Carlo di Modena, dove accede a un percorso di quattro anni di alta formazione. La sua tesi di dottorato – La sfida del carattere – Nietzsche lettore di Emerson – viene pubblicata da Editori Riuniti.

Zavatta ha anche collaborato con alcune delle più prestigiose università italiane ed europee e ha pubblicato, tra gli altri, un libro con l’autorevole Oxford University Press.

Nonostante la sua lunga carriera, è ancora alla ricerca di una cattedra: «Vorrei restituire tutto quello che ho imparato in questi anni di studio e vorrei farlo insegnando in Italia. Per rimanere qui mi accontenterei di ripartire dalla gavetta, da un contratto a termine, da uno stipendio più basso di quelli presi in passato. Non voglio entrare a gamba tesa nelle università italiane».

Zavatta: le varie borse di studio all’estero e la sua voglia di tornare in Italia

La filosofa Benedetta Zavatta, vince una borsa di studio post dottorato a Basilea, nella più antica università svizzera, dove può studiare gli appunti di Nietzsche. Ottiene una seconda borsa post doc presso la LMU di Monaco di Baviera grazie alla prestigiosa Fondazione Alexander von Humbold.

«Ci sono stata per due anni – spiega Zavatta – e guadagnavo qualcosa come 3000 euro al mese per dedicarmi alla ricerca».

Finita l’esperienza internazionale, decide di ritornare in Italia (ma non senza difficoltà) per diffondere l’importanza della filosofia: «Nonostante l’esperienza maturata, nessuna di queste borse mi permetteva di entrare nella ambiente accademico italiano. Intanto si era reso disponibile un contratto integrativo alla cattedra di linguistica dell’Università di Urbino e ne ho approfittato, anche se non era la mia materia. Ho insegnato dal 2009 al 2012, attraverso tre contratti differenti, ma arrivavo a prendere 5-6mila euro all’anno: non solo non potevo viverci ma non potevo nemmeno avanzare nel mio campo. Così ho ricominciato a fare la borseggiatrice internazionale».

Dopo la sua parentesi italiana, Zavatta vince una terza borsa di studi post doc all’Università di Lisbona, e poi la quarta, la più prestigiosa, la Marie Curie Felloship. «Grazie a questa borsa di studio europea sono stata per due anni a Parigi, dove mi hanno letteralmente coperta d’oro. Con questi fondi ho potuto ampliare e  tradurre in inglese il libro su cui avevo lavorato durante il dottorato, che è stato pubblicato per la Oxford University Press col titolo Individuality and Beyond – Nietzsche Reads Emerson. In America è piaciuta molto la tesi che sostengo, ovvero l’influenza di Ralph Waldo Emerson su molte delle idee distintive di Friedrich Nietzsche. Per loro Emerson è sacro, come per noi Dante».

L’appello della Zavatta: “L’Italia ha un disperato bisogno di filosofi”

Dopo diversi anni passati all’estero, Benedetta Zavatta non demorde e decide di riprovarci in Italia.

Il mondo accademico italiano è un sistema chiuso, filosofia a parte. I bandi per diventare professore sono pochi e spesso scritti su misura per i candidati che per anni hanno sgobbato all’ombra dei professori ordinari.

«Per discipline come chimica o biologia, che hanno una ricaduta immediata e visibile sulla società, le università spendono più volentieri, specie in periodi di crisi come quello che viviamo a causa della pandemia. Per la filosofia, lo sforzo non è ritenuto necessario, e invece oggi, abbiamo un disperato bisogno di filosofi».

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