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Gioco d’azzardo illegale, tre arresti e sequestri per quattro milioni: ricostruito un giro da 25 milioni

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I carabinieri

Come riportato dal quotidiano Il Mattino, un sofisticato sistema di scommesse illegali avrebbe generato, tra il 2019 e il 2022, un giro d’affari da circa 25 milioni di euro, eludendo i controlli dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e sottraendo allo Stato oltre 3,2 milioni di gettito. L’inchiesta, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo e dal gruppo cyber investigation del comando provinciale di Salerno, ha portato all’arresto di tre persone ritenute al vertice del meccanismo illecito.

In carcere sono stati condotti Domenico Chiavazzo, 46 anni, originario di Nocera, considerato il promotore e dominus dell’organizzazione, e il 41enne salernitano Paolo Memoli, indicato come suo braccio destro. Arresti domiciliari invece per Giovanni Petruzzellis, 48 anni, informatico pugliese che avrebbe curato gli aggiornamenti e le manipolazioni dei software utilizzati per aggirare i controlli dell’Adm. Per Chiavazzo, ritenuto contiguo ad ambienti della criminalità organizzata dell’Agro nocerino, l’impianto accusatorio comprende anche l’aggravante del metodo mafioso, con un collegamento economico al clan dei Casalesi, fazione Schiavone.

Gioco d’azzardo illegale, tre arresti e sequestri per quattro milioni

Secondo la ricostruzione degli investigatori, il sistema operativo utilizzato per le giocate era formalmente fornito da una società regolarmente autorizzata, estranea all’indagine. La rete di totem installata presso numerosi esercizi commerciali su scala nazionale sarebbe stata però collegata a una piattaforma parallela, controllata dagli indagati. In questo modo venivano elusi i vincoli relativi a puntate e vincite, trasformando un circuito di gioco legale in un canale di azzardo non sottoposto ai limiti di legge. Le somme incassate, invece di essere registrate e tassate, sarebbero state intercettate dall’organizzazione.

Oltre al reato principale legato al gioco illegale online, agli indagati vengono contestati emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Il gip ha disposto anche misure patrimoniali nei confronti di società riconducibili a Chiavazzo: Omega Service, Omicron Servizi Integrati (oggi Chic) e Monteli srl. Sotto sequestro sono finiti immobili delle società Buontempo Service e Monteli, per un totale di 17 strutture tra fabbricati, locali commerciali e appartamenti di pregio, oltre a tre terreni.

Confiscati anche una Porsche Cayenne, un’Audi Q8 e conti intestati a soggetti ritenuti prestanome, per un valore complessivo di quattro milioni di euro. Secondo la procura, la rete societaria permetteva di reimpiegare e ripulire i proventi dell’attività illecita, schermando il reale flusso di denaro. Il procuratore vicario Rocco Alfano ha definito l’indagine «articolata e complessa», mentre il colonnello Filippo Melchiorre ha evidenziato la necessità di un lavoro tecnico approfondito per “illuminare” la piattaforma e tracciare i flussi economici nascosti dal circuito illegale.

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