“Mindfulness Room – Un’indagine sul benessere psicofisico della Gen Z”: arriva al Giffoni Film Festival il documentario sulla salute mentale. Il progetto racconta il benessere mentale e psicofisico delle nuove generazioni che si sono raccontate in uno “spazio sicuro”.
“Mindfulness Room”, al Giffoni Film Festival un documentario sulla salute mentale
Un incontro molto sentito, un momento per parlare delle proprie esperienze e per trovare conforto nella condivisione delle esperienze altrui. Diventa tutto questo la presentazione alla sezione Impact! di “Mindfulness Room – Un’indagine sul benessere psicofisico della Gen Z”, con la regia di Emanuele Pisano, il documentario di Giffoni Innovation Hub realizzato in collaborazione con il Progetto Pro-ben, l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e il Ministero dell’Università e della Ricerca.
Il progetto racconta il benessere mentale e psicofisico delle nuove generazioni che si sono raccontate in uno “spazio sicuro”, una stanza privata sul modello del confessionale del Grande Fratello allestita all’interno dell’università romana. Qui gli studenti hanno potuto fermarsi, ascoltarsi e registrare video-testimonianze sul proprio vissuto emotivo.
I commenti
“I problemi della Gen Z sono quelli di chi cresce – spiega Alberto Siracusano, professore emerito di Psichiatria dell’Università di Roma Tor Vergata – Crescere non è una cosa semplice, risente delle incertezze proprie delle problematiche che accadono nella nostra società. Ansia, depressione le dobbiamo ricollegare la senso che possiamo dare alla nostra vita nelle varie fasi di crescita”.
Così anche Cinzia Niolu, professoressa ordinaria di Psichiatria presso l’Università Tor Vergata. Che nel commentare il documentario evidenzia come venga fuori “qualcosa che unisce questi ragazzi, anche diversi tra loro. Vengono fuori dinamiche simili non solo nella solitudine ma anche nella difficoltà di trovare uno spazio in cui parlare di loro. Il tema delle comunicazione, insomma, è molto importante”. Come lo sono quelli del “desiderio di poter parlare e dell’incontro”.
Il tema della salute mentale
I due docenti, ascoltando le testimonianze sentite dei giffoner in sala, evidenziano come oggi il tema della salute mentale sia diventato cruciale. “È vero che si è sempre parlato poco di salute mentale – dice Siracusano – La società ha sempre avuto paura dello psichiatra o dello psicoterapeuta”. Ed è vero anche che “si è sempre investito poco nella salute mentale”, tanto che “siamo il fanalino di coda dell’Europa. È una cosa che viene la lontano”.
Quindi l’invito al cambiamento: “Avendo passato una vita a lottare per la salute mentale – il suo invito – spero che tanti concetti, idee, attenzioni vi portino a partecipare, a non avere paura di guardare le cose per quello che sono, a confrontarsi, ascoltare, parlare, avere rapporti. Perché è vero che a volte le istituzioni non ascoltano, ma a volte sono anche i giovani che non parlano”. Un invito ai giovani arriva anche da Niolu: “In o questo momento che c’è un grosso faro sulla salute mentale e voi dovete approfittarne”.
Le parole del regista
In sala anche il regista del documentario, Emanuele Pisano. “Questo lavoro è stato un’indagine – racconta – Quello che a noi è piaciuto come team creativo è stato scoprire cosa emergeva. Quando abbiamo montato la box non sapevamo cosa i ragazzi che entravano stavano dicendo, lo abbiamo scoperto dopo”. Pisano evidenzia anche come sia emerso, girando il documentario, “un lato dei docenti che non ci aspettavamo, ovvero il loro interesse enorme per la salute mentale dei ragazzi”.
Per Luigi Sales di Giffoni Hub, “questo lavoro ci dice della capacità di portare lo spirito di Giffoni in tutti i contesti in cui andiamo. Credo – afferma – che Giffoni sia il più grande termometro per sapere voi ragazzi come state. E fare un progetto così mi rende orgoglioso”.