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Fuorni, celle sovraffollate e senza docce: il Garante denuncia le condizioni critiche del carcere

DROGA CARCERE FUORNI 4 gennaio 2023

Carcere di Fuorni

Trecentocinquantadue detenuti costretti a vivere senza docce in cella. Per lavarsi devono attendere il proprio turno e utilizzare quelle comuni, spesso insufficienti e in spazi angusti. È l’immagine emersa dalla visita effettuata ieri al penitenziario di Salerno–Fuorni dal garante regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello. Una situazione che assume contorni ancora più gravi all’indomani della morte di Domenico Petrozzi, 57 anni, originario di Nocera Inferiore, colpito da un infarto nella sezione riservata ai tossicodipendenti come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.

Fuorni, celle sovraffollate e senza docce

«Privare esseri umani di un diritto fondamentale come quello di lavarsi significa negare loro la dignità», ha dichiarato Ciambriello. Le criticità non riguardano soltanto le condizioni igieniche. Mancano psicologi e figure di ascolto: nella provincia di Salerno dovrebbero essere attivi almeno quindici professionisti, ma in servizio ce ne sono soltanto quattro, chiamati a seguire i detenuti di Fuorni, Eboli, Vallo della Lucania, i minori e le comunità.

Il sovraffollamento è un altro nodo irrisolto. A fronte di una capienza regolamentare di 432 posti, nella struttura sono presenti 570 detenuti. Una sproporzione che si traduce in convivenza forzata tra soggetti appartenenti a circuiti diversi, riduzione degli spazi vitali e aumento delle tensioni interne.

In un quadro complesso, non mancano iniziative di reinserimento. Nel reparto femminile è stato attivato un corso per parrucchiere, mentre tra i tossicodipendenti circa cinquanta detenuti hanno intrapreso percorsi alternativi: diciannove sono stati trasferiti nel carcere a custodia attenuata di Eboli e tredici hanno avuto accesso a comunità di recupero. Sul fronte sanitario, la collaborazione tra scorte penitenziarie e strutture ospedaliere ha permesso, nella sola giornata di ieri, cinque ricoveri programmati.

Accanto al sovraffollamento, permane la carenza di agenti di polizia penitenziaria, costretti a turni prolungati e accumulo di straordinari. A questo si aggiungono i problemi legati all’introduzione clandestina di telefoni cellulari, nonostante i sequestri ripetuti, strumenti ritenuti utili alla criminalità organizzata per mantenere i contatti con l’esterno.

Il decesso di Petrozzi si è verificato nello stesso giorno in cui è stato registrato un tentativo di suicidio. Non si tratta di casi isolati: nel marzo scorso era morto, per cause ancora in accertamento, Renato Castagno, 38 anni, originario di Mariconda. Un anno fa il carcere di Salerno era stato teatro di un omicidio maturato dopo una violenta lite tra detenuti.

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