Un futuro lavorativo che rischia di sfumare insieme a un maxi investimento annunciato. È questa la preoccupazione espressa dai circa 120 operai delle Fonderie Pisano di Fratte, che in una nota hanno commentato con amarezza le polemiche sorte intorno al progetto per un nuovo impianto industriale nell’area di Sordina, a Salerno come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
Fonderie Pisano a Sordina, la replica degli operai
Le maestranze sottolineano come la discussione pubblica continui a confondere la realtà del vecchio stabilimento, alimentato a carbone coke, con la prospettiva di un nuovo sito produttivo basato su tecnologie a induzione e alimentato esclusivamente da energia elettrica. Un modello, spiegano i lavoratori, pensato per garantire la sostenibilità ambientale ed eliminare l’uso di combustibili fossili.
Nella lettera, i dipendenti non citano direttamente i nomi, ma rispondono agli interventi dei sindaci di San Mango Piemonte e San Cipriano Picentino, Francesco Di Giacomo e Sonia Alfano, e dell’assessore all’Ambiente del Comune di Salerno, Massimiliano Natella. I tre amministratori hanno già espresso la loro contrarietà alla delocalizzazione delle Fonderie Pisano a Sordina, dove l’azienda avrebbe avviato contatti per l’acquisto di un terreno agricolo di 10-12 ettari.
Secondo gli operai, le prese di posizione della politica locale rappresenterebbero «speculazioni incomprensibili», in contrasto con la possibilità di realizzare un impianto all’avanguardia e rispettoso dell’ambiente. Le maestranze ricordano inoltre che, grazie al regime della Zona Economica Speciale unica, l’eventuale riconversione urbanistica dell’area non costituirebbe un ostacolo.
I lavoratori richiamano la lunga storia delle fonderie, tramandata in molte famiglie di padre in figlio, e l’impegno con cui negli anni hanno affrontato difficoltà e sacrifici. Rivendicano inoltre come la qualità della produzione sia stata riconosciuta anche a livello internazionale. «Dopo aver attraversato momenti complessi con dignità e rispetto del lavoro – scrivono – ci troviamo di fronte a nuove opposizioni che non considerano i progressi tecnologici e ambientali previsti».
La paura principale è che l’assenza di sostegno politico e sociale possa scoraggiare gli investimenti della proprietà, mettendo a rischio non solo i posti di lavoro, ma anche la possibilità di attrarre capitali importanti sul territorio. «Noi dipendenti – concludono – continueremo a lottare per difendere le nostre famiglie e un progetto che potrebbe segnare un cambio di passo per l’industria locale, ma che invece non viene sostenuto come meriterebbe».