Le associazioni “Salute e Vita” e “Medicina Democratica” diffidano l’ASL chiedendo un monitoraggio immediato sulla popolazione della Valle dell’Irno dopo le nuove irregolarità emerse sulle Fonderie Pisano.
Fonderie Pisano, diffida all’ASL: le associazioni chiedono monitoraggi sanitari urgenti
È stata inviata una diffida ufficiale all’ASL da parte delle associazioni impegnate nella tutela ambientale e sanitaria del territorio interessato dalle Fonderie Pisano. A renderlo noto sono stati, nel corso di una conferenza stampa, l’avvocato Franco Massimo Lanocita, Lorenzo Forte, presidente del comitato Salute e Vita, Paolo Fierro, vicepresidente di Medicina Democratica, e l’ingegnere Salvatore Milione. Con la pec inviata ieri, le associazioni chiedono all’Azienda Sanitaria Locale di avviare immediatamente un monitoraggio sanitario sulla popolazione che vive nelle aree limitrofe allo stabilimento di Fratte, a Salerno.
L’accusa: attività in contrasto con l’AIA
Dalle ultime ispezioni condotte dall’Arpac emergerebbe che la produzione nelle Fonderie Pisano prosegue in violazione delle condizioni previste dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata il 20 aprile 2020. In particolare, l’impianto utilizzerebbe ancora un forno alimentato a carbon coke, combustibile vietato dall’Unione Europea e oggetto di verifica da parte della Regione Campania.
Secondo i firmatari della diffida, tale situazione conferma il quadro critico già descritto nella relazione finale dello studio SPES e riconosciuto nella sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del 6 maggio 2025, con cui l’Italia è stata condannata per aver violato il diritto al rispetto della vita privata e familiare dei residenti della Valle dell’Irno a causa dell’inquinamento prodotto dalle Fonderie Pisano.
La richiesta alle istituzioni
Le associazioni domandano all’ASL di chiarire quali misure intenda adottare per accertare ed eliminare i danni sanitari causati nel tempo dall’attività industriale e se, in occasione della Conferenza dei Servizi convocata dalla Regione per il riesame dell’AIA, intenda assumere una posizione netta. La revisione dell’autorizzazione – sottolineano – è ormai necessaria, anche alla luce delle nuove BAT (Best Available Techniques) emanate dalla Commissione Europea, che rendono l’attuale quadro normativo e tecnico non più adeguato.









