Falegname morto sul luogo di lavoro a San Gregorio Magno il 21 marzo del 2016: la Corte d’Appello di Salerno riduce la pena al titolare, confermando però le responsabilità e i risarcimenti. Lo riporta Giornale del Cilento.
Falegname morto sul lavoro a San Gregorio Magno: pena ridotta in Appello, confermate le colpe
La Corte d’Appello di Salerno ha emesso la sentenza di secondo grado nel procedimento relativo all’infortunio sul lavoro che, a San Gregorio Magno, costò la vita a un artigiano. I giudici hanno parzialmente modificato la decisione del Tribunale di Salerno, riducendo la pena inflitta all’imputato, ma confermando integralmente il quadro delle responsabilità penali.
Il processo riguarda il titolare di una falegnameria del comune salernitano, chiamato a rispondere di omicidio colposo per la violazione delle norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. A distanza di un anno dal deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado, la Corte ha esaminato l’impugnazione, nel giudizio in cui l’avvocato Aldo Avvisati, del foro di Torre Annunziata, ha rappresentato un sindacato dei lavoratori come parte civile. La condanna iniziale, pronunciata dal giudice monocratico del Tribunale di Salerno e pari a due anni e sei mesi di reclusione, è stata rideterminata in due anni, lasciando invariato l’impianto accusatorio.
Al centro della vicenda la scelta del datore di lavoro di affidare a un conoscente l’intervento di riparazione del tetto del capannone dell’opificio, senza procedere alle necessarie verifiche sull’idoneità tecnico-professionale, sull’organizzazione e sulla disponibilità di strumenti adeguati per svolgere in sicurezza un’attività ad alto rischio.
Le indagini
Dagli accertamenti emersi in giudizio è risultato che il 21 marzo 2016, Domenica delle Palme, l’uomo incaricato dei lavori – anch’egli falegname artigiano ma privo di specifiche competenze per interventi in quota e senza dispositivi di protezione anticaduta – stava operando sul tetto del capannone. Durante l’attività avrebbe appoggiato il piede sul materiale plastico di un lucernario, che ha ceduto improvvisamente. La caduta, da un’altezza di circa cinque metri, è stata fatale: l’uomo è precipitato sulle cataste di legname sottostanti, riportando gravi fratture e un violento trauma cranico che ne hanno causato il decesso.
Il corpo privo di vita fu ritrovato il lunedì successivo. Secondo il perito nominato dalla Procura, la morte risalirebbe al giorno precedente. Nel corso del dibattimento non è stato possibile stabilire con certezza se la vittima fosse sola al momento dell’incidente o se vi siano state eventuali omissioni di soccorso.
Sul piano civile, la Corte d’Appello ha confermato anche le condanne al risarcimento dei danni in favore di tutte le parti civili, da determinarsi in sede civile, oltre al rimborso delle spese legali sostenute nei due gradi di giudizio. Restano valide le provvisionali già disposte: 36.000 euro alla figlia della vittima, 28.000 euro alla madre e 20.000 euro al fratello. In attesa del deposito delle motivazioni della sentenza di secondo grado, rimangono fermi gli esiti processuali definiti dalla Corte d’Appello di Salerno.









