Esplosione a Ravanusa, i vigili del fuoco hanno trovato i corpi senza vita di Selene e Giuseppe seduti sul divano. Il cadavere di Selene, di suo marito Giuseppe e dei suoceri Angelo ed Enza, erano tutti nella stessa zona, corrispondente al salotto.
Esplosione a Ravanusa, i corpi di Selene e Giuseppe trovati seduti sul divano
Erano seduti sul divano. Il giorno precedente i vigili del fuoco avevano cercato Selene vicino all’ascensore, perché nell’ultima telefonata aveva detto “sto uscendo”. I corpi senza vita sono stati scoperti grazie a Luna, il cane addestrato dei vigili del fuoco. Dopo aver individuato il primo, pochi centimetri sotto le macerie, ha portato i soccorritori sulle tracce degli altri tre. “È con me dalla nascita, ho scelto lei fra tutti perché era la più curiosa, la più reattiva – dice Claudio Pieri vigile del fuoco che con lei da allora vive in simbiosi – I nostri devono essere cuccioli speciali, non devono avere paura di rumori forti, confusione, scoppi. Devono abituarsi a lavorare in condizioni di pericolo”. Sei anni, manto biondo, Luna è ormai un vigile del fuoco esperto.
Esplosione Ravanusa: nomi e storie dei morti nella tragedia
Tra le vittime ci sono Pietro Carmina, 68 anni, Maria Crescenza Zagarrio, 69 anni, e Calogera Gioacchina Minacori, di 59. Degli altri quattro, ancora no. I loro nomi sono tra quelli delle persone che, a ieri, risultavano disperse: Angelo Carmina, Selene Pagliarello, Giuseppe Carmina, Calogero Carmina e il figlio Giuseppe, Carmela Scibetta.
Luigi Pistelli – come riportato dal Corriere della Sera – non si rassegna all’idea di avere perduto la sua incantevole figliola, la sua Selene, infermiera all’ospedale di Agrigento, sposata da un anno con Giuseppe Carmina, pronta a partorire, al nono mese, il pancione mostrato felice alla suocera sabato sera, mentre erano ancora sul pianerottolo del terzo piano che non c’è più.
“Odore di gas da giorni”
Compito dei magistrati sarà anche quello di capire se vi sia stata una qualche sottovalutazione del pericolo, se si poteva fare qualcosa e non è stato fatto. Uno dei sopravvissuti alla strage, Calogero Bonanno, che si trovava in un appartamento adiacente ad una delle palazzine crollate, ha parlato di odore di gas nei giorni scorsi. “Alcuni vicini mi hanno detto che si sentiva odore di gas – ha detto -. Se è vero c’è stata una negligenza imperdonabile“.
Nessuna segnalazione ricevuta
Una versione che è stata confermata dal consigliere comunale Giuseppe Sortino: “Negli ultimi sette giorni – dice – so che diversi cittadini hanno lamentato la puzza di gas nella zona che chiamiamo via delle Scuole Don Bosco in contrada Masciminici, dov’è avvenuta la tragedia, ma nessuno è intervenuto. Sia il sindaco sia i tecnici del gas non hanno ricevuto segnalazioni“. Dal canto loro, inquirenti e investigatori hanno già verificato che nei giorni scorsi non c’è stata alcuna segnalazione di questo tipo.
Tubature gas costruite nel 1984
Che però il problema e la causa scatenante del disastro sia proprio sulla rete, risalente al 1984, è un dato che viene dato di fatto per scontato. “Che ci siano state oggettive difficoltà nella distribuzione del gas è evidente“, spiega un investigatore, sottolineando che ad un chilometro dal punto dell’esplosione si sente ancora odore di gas nonostante il flusso sia stato interrotto. E aggiunge: “Il problema ora è capire se c’è solo una colpa, il non essere intervenuti su un sistema ormai datato, o se c’è anche un dolo, quello di non aver effettuato la necessaria manutenzione“.