Cronaca

Esame di maturità 2025, la terza traccia della prova di italiano | LO SVOLGIMENTO

Piers Brendon
Piers Brendon
Piers Brendon

Qual è la terza traccia della prima prova dell’esame di maturità 2025? Iniziano oggi, mercoledì 18 giugno, gli esami di stato per migliaia di maturandi italiani. Dopo il ritorno alla normalità post Covid, per il 2024 si conferma lo stesso impianto: ci sono due prove scritte a carattere nazionale (decise, cioè, dal Ministero) e un colloquio. Le commissioni sono composte da commissari interni ed esterni e presiedute da un presidente esterno.


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Il Ministero mette a disposizione per tutti gli indirizzi di studio sette tracce che fanno riferimento agli ambiti artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale. Gli studenti possono scegliere, tra le sette tracce, quella che pensano sia più adatta alla loro preparazione e ai loro interessi. La prova può essere strutturata in più parti. Ciò consente di verificare competenze diverse, in particolare la comprensione degli aspetti linguistici, espressivi e logico-argomentativi, oltre che la riflessione critica da parte del candidato.

Esame di maturità 2025, la terza traccia della prova di italiano

Tra le tracce proposte all’Esame di Stato 2025 spicca anche Piers Bredon con il suo saggio “Gli anni Trenta, il decessio che sconvolse il mondo”. Ecco come riuscire a svolgere la prova nel migliore dei modi.

Il titolo della terza traccia

Piers Brendon, “Gli anni trenta, il decennio che sconvolse il mondo” (Carocci, 2005).

Svolgimento e spiegazione

Il saggio di Piers Brendon racconta gli anni Trenta come un decennio drammatico ma anche ricco di innovazione. Al centro, il New Deal di Roosevelt, risposta democratica alla crisi del 1929. Tra crolli economici, regimi totalitari e guerre civili, gli anni Trenta furono, come afferma lo storico britannico Piers Brendon, “il decennio che sconvolse il mondo”. Il suo omonimo saggio, Gli anni Trenta, il decennio che sconvolse il mondo, offre una narrazione incisiva e documentata di uno dei periodi più turbolenti del Novecento, segnato da catastrofi collettive ma anche da importanti esperimenti politici, tra cui il New Deal negli Stati Uniti.

Tutto ha inizio con il crollo di Wall Street del 1929, che travolge l’economia americana e trascina con sé gran parte del mondo occidentale. La disoccupazione di massa, il fallimento delle banche, la chiusura delle fabbriche e la perdita del reddito per milioni di famiglie segnarono la fine del mito del “sogno americano”. In un simile contesto, si fa largo la disperazione sociale, in parallelo con l’ascesa dei fascismi in Europa.

In controtendenza rispetto alle derive autoritarie europee, Franklin Delano Roosevelt, eletto presidente nel 1932, promosse un programma di riforme noto come New Deal, fondato sull’idea che lo Stato dovesse intervenire direttamente per salvare l’economia e tutelare i cittadini. Le misure furono concrete e immediate:

  • L’Emergency Banking Act (1933) impose una chiusura temporanea delle banche per stabilizzarle e ricostruire la fiducia pubblica.

  • Il Glass-Steagall Act separò le banche commerciali da quelle d’investimento, istituendo la FDIC per garantire i depositi bancari.

  • I Securities Acts del 1933 e 1934 regolamentarono il mercato azionario, istituendo la SEC, un ente di vigilanza indipendente.

Ma accanto alle riforme economiche, il New Deal introdusse politiche sociali innovative, creando occupazione attraverso le opere pubbliche, offrendo sostegno ai disoccupati e ridefinendo il ruolo del governo come attore sociale ed economico. Il valore simbolico del New Deal, sottolinea Brendon, va oltre l’efficacia delle singole misure: fu una visione politica alternativa al totalitarismo, una risposta basata sulla partecipazione, la solidarietà e l’inclusione, in netta opposizione a quanto stava accadendo in Germania, Italia e Unione Sovietica. Se in Europa si rafforzavano i regimi di Mussolini, Hitler e Stalin, Roosevelt dimostrava che la democrazia poteva essere capace di affrontare le crisi economiche senza rinunciare alla libertà. 

Il significato

A quasi un secolo di distanza, la lezione degli anni Trenta conserva una straordinaria attualità. In un mondo alle prese con nuove crisi – dal cambiamento climatico alle disuguaglianze, dalle guerre alla pandemia – il New Deal ricorda che il cambiamento è possibile se guidato da una visione politica coraggiosa e responsabile.

Il messaggio di Roosevelt – secondo Brendon – è chiaro: lo Stato non può limitarsi a osservare, deve agire per proteggere i cittadini e promuovere un’economia più equa. Un’eredità politica e culturale da cui molte democrazie occidentali, nel corso del Novecento, trassero ispirazione.

Esame di Maturità

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