Qual è la seconda traccia della prima prova dell’esame di maturità 2025? Iniziano oggi, mercoledì 18 giugno, gli esami di stato per migliaia di maturandi italiani. Si conferma anche per quest’anno lo stesso impianto: ci sono due prove scritte a carattere nazionale (decise, cioè, dal Ministero) e un colloquio. Le commissioni sono composte da commissari interni ed esterni e presiedute da un presidente esterno.
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Il Ministero mette a disposizione per tutti gli indirizzi di studio sette tracce che fanno riferimento agli ambiti artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale. Gli studenti possono scegliere, tra le sette tracce, quella che pensano sia più adatta alla loro preparazione e ai loro interessi. La prova può essere strutturata in più parti. Ciò consente di verificare competenze diverse, in particolare la comprensione degli aspetti linguistici, espressivi e logico-argomentativi, oltre che la riflessione critica da parte del candidato.
Esame di maturità 2025, la seconda traccia della prova di italiano
Tra le tracce scelte per la prima prova della Maturità 2025, spicca un brano tratto da Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, un classico intramontabile della letteratura italiana del Novecento. Un’opera che continua a offrire spunti di riflessione per le giovani generazioni, grazie alla sua capacità di narrare con straordinaria lucidità un’Italia sospesa tra passato e futuro. Lo riporta OrizzonteScuola.
Il titolo della seconda traccia
Giuseppe Tomasi da Lampedusa, “Il Gattopardo“.
Svolgimento e spiegazione
Il romanzo si concentra sul Principe Fabrizio Salina, un aristocratico siciliano, che osserva i cambiamenti sociali e politici che accompagnano l’Unità d’Italia. Il nipote di Fabrizio, Tancredi, abbraccia le idee del Risorgimento ma cerca anche di proteggere gli interessi della sua famiglia e della classe aristocratica. Il romanzo esplora il tema della transitorietà della vita, della fine imminente e del cambiamento che non sempre porta a una vera rivoluzione.
“Il Gattopardo” è considerato un’opera chiave della letteratura italiana del XX secolo, che riflette sulla storia italiana e sul rapporto tra tradizione e cambiamento, conservazione e modernizzazione. Il romanzo è anche una riflessione sulla condizione umana e sulla difficoltà di accettare la transitorietà della vita
L’autore Tomasi di Lampedusa
Nato a Palermo nel 1896, Tomasi di Lampedusa pubblicò il suo unico romanzo solo postumo, nel 1958, un anno dopo la sua morte. Rifiutato in vita da diversi editori, Il Gattopardo ottenne un successo clamoroso, diventando in breve tempo un simbolo letterario e culturale. Attraverso la vicenda del principe Fabrizio Salina e della sua famiglia, Lampedusa racconta il tramonto dell’aristocrazia siciliana nel contesto delle grandi trasformazioni del Risorgimento italiano. La storia si apre nel 1860, anno dello sbarco dei garibaldini, e scorre tra fasti decadenti, matrimoni strategici e un crescente senso di decadenza.
La celebre frase, diventata emblematica, racchiude il senso più profondo dell’opera: la trasformazione della società italiana, pur apparente, non scardina realmente gli equilibri di potere. È il paradosso del cambiamento, che cambia la forma ma non la sostanza. Con uno sguardo malinconico e disilluso, Lampedusa descrive una Sicilia restia a ogni autentica modernizzazione, in cui le nuove classi emergenti si rivelano spesso una semplice continuazione delle vecchie.
Tradotto in numerose lingue e portato sul grande schermo da Luchino Visconti nel 1963, Il Gattopardo è oggi considerato uno dei capisaldi della letteratura italiana del secolo scorso. L’opera offre una lettura complessa e sfaccettata del processo di unificazione nazionale, affrontando temi come identità, memoria e destino storico, tuttora attuali nel dibattito contemporaneo.
La scelta di includere Il Gattopardo tra le tracce della Maturità 2025 rappresenta un invito ai ragazzi a riflettere sul senso del cambiamento, sull’importanza della memoria storica e sull’identità culturale. Un ponte tra il passato e il presente che, ancora una volta, fa della letteratura uno strumento vivo per comprendere il nostro tempo.