Condannato all’ergastolo a Roma l’ex comandante uruguaiano Jorge Néstor Troccoli per l’uccisione di tre desaparecidos: visse a Marina di Camerota e Battipaglia dopo la fuga dall’Uruguay.
Ergastolo per Jorge Néstor Troccoli, l’ex comandante visse a Marina di Camerota e Battipaglia
L’ex comandante della Marina uruguaiana Jorge Néstor Troccoli, 78 anni, è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Roma per l’omicidio di Raffaella Giuliana Filippazzi, Agustin Potenza ed Elena Quinteros, vittime del Piano Condor, il programma di repressione politica attuato dalle dittature sudamericane negli anni Settanta. Troccoli, che dal 2019 risiedeva a Battipaglia dopo aver vissuto a lungo anche a Marina di Camerota, è attualmente detenuto in seguito a una precedente condanna definitiva per la morte di circa venti desaparecidos. I giudici romani hanno disposto anche un anno di isolamento diurno.
Il sequestro e l’omicidio delle vittime
Secondo la ricostruzione giudiziaria, Filippazzi e il marito furono rapiti a Montevideo il 27 maggio 1977 mentre soggiornavano all’Hotel Hermitage. Dopo il sequestro vennero consegnati all’unità S2 Fusna, corpo dei fucilieri di Marina comandato proprio da Troccoli, e successivamente trasferiti in Paraguay, dove furono uccisi. Le indagini hanno accertato che la consegna avvenne nell’ambito del Piano Condor, l’operazione di cooperazione repressiva tra le dittature di otto Paesi sudamericani. I resti delle vittime furono ritrovati solo nel 2013 ad Asunción, capitale del Paraguay.
Dall’Uruguay al Cilento
In Uruguay Troccoli era già stato accusato da un pubblico ministero per la morte di diversi oppositori politici. Prima della condanna riuscì a fuggire in Italia, rifugiandosi a Marina di Camerota, città d’origine della sua famiglia. Dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana, si costituì spontaneamente, ma un errore procedurale nell’estradizione gli permise di rimanere libero. Nel 2015, il pm Giancarlo Capaldo avviò a Roma il maxi processo sul Piano Condor, che portò alla condanna di numerosi responsabili delle violazioni dei diritti umani commesse tra il 1975 e il 1980 in America Latina.









