Cronaca

Emilio Fede arrestato a Napoli: “Il popolo è con me, un tenente non può decidere la mia vita”

Emilio Fede si difende dopo l’arresto avvenuto a Napoli nelle scorse ore. L’ex direttore del Tg4 è stato arrestato per evasione dai domiciliari mentre era a cena con la moglie sul lungomare partenopeo. Ai microfoni de Il Mattino il giornalista che oggi compie 89 anni ha fornito la sua versione dei fatti.

Emilio Fede dopo l’arresto avvenuto a Napoli

“Non sono evaso affatto, e figuriamoci se mi nascondo: mi conoscono tutti. Hanno inventato una fuga, anzi la fuga c’è stata – con tanto di bastone da vecchietto a cui mi appoggio per camminare e non è certo uno strumento da grandi evasioni – ma con un tacito permesso dei miei sorveglianti. Ho mandato un whats’app al comandante dei carabinieri di Segrate, che conosco e con il quale ogni tanto prendo il caffè, e nel messaggino ho scritto chiaramente: devo fare un salto a Napoli a farmi vedere da un bravissimo fisioterapista. Non ha risposto ma ho giudicato la non risposta un silenzio assenso”.

Il racconto

“Parto, arrivo alla stazione di Napoli, vado in albergo a lasciare la valigia, mangio una pizza con mia moglie da Antonio, ristoratore mio amico a Santa Lucia. O meglio, non ordino una margherita ma un’insalata di pomodori e cipolle rosse. La sognavo da tempo, chiuso nella mia casa a Milano. Ma non faccio in tempo ad addentarla che arriva Antonio e mi dice: lì, vedi quelli, sono qui per te, vogliono arrestarti. Mi interrogano per 4 ore.

Ma sono io che porto per mano durante l’interrogatorio il giovane tenente, molto cortese in verità. Gli dico: non esagerate, tenete alto l’onore dell’Arma, non fate giustizialismi a vanvera. E aggiungo: mio padre, brigadiere dei carabinieri, eroe decorato al valor militare sul fronte somalo, mi ha insegnato a rispettare sempre l’autorità, ma dovete essere degni di rappresentarla. Quel che è certo è che nessun tenente o caporale può decidere della mia vita”.

Oggi l’udienza per la convalida dell’arresto

“Ho tutto nel telefonino, e me lo tengo stretto anche di notte, lo metto nella tasca del pigiama o sotto il cuscino. Se sparisce quello sono fritto. Se invece lo posso esporre davanti al giudice, lui potrà leggere il messaggino che è semplice e chiaro e mi darà ragione. Così resto a Napoli, sennò, mi toccherà tornare a Segrate”.


Tutte le notizie sul coronavirus

Il sito del Ministero della Salute

arrestoNapoli

Ultime notizie