Come riporta Il Mattino, la crisi politica a Eboli è ormai conclamata. La maggioranza del sindaco Mario Conte vive uno dei momenti più difficili dall’inizio della consiliatura, dopo il clamoroso stop del consiglio comunale di venerdì scorso, incapace di procedere alla votazione sul bilancio. Il segnale di una frattura profonda, che da tempo serpeggiava tra i banchi della coalizione e che ora esplode apertamente, certificando la paralisi amministrativa in atto.
Eboli, maggioranza in frantumi
La seduta, già a rischio per l’esiguo numero dei presenti, si è insediata solo “per un pelo”, ma è stata subito travolta dalle tensioni interne. A nulla è valso il tentativo del consigliere Damiano Capaccio, formalmente ancora in minoranza, di garantire il numero legale. Pochi minuti dopo l’avvio dei lavori, infatti, il consigliere di maggioranza Pasquale Ruocco ha annunciato pubblicamente la sua rottura con l’amministrazione. «Non posso andare avanti così – ha dichiarato – questa amministrazione è distante dai reali problemi dei cittadini, più preoccupata di mantenere gli equilibri interni che di risolvere le questioni del territorio».
Parole dure, pronunciate all’inizio della seduta, che hanno scatenato immediate reazioni. Ruocco ha denunciato un metodo di governo “calato dall’alto”, privo di collegialità e incapace di garantire risultati concreti: «Le decisioni arrivano già scritte – ha aggiunto – e i progetti restano chiusi nei cassetti. L’illuminazione è insufficiente, il Prius è dimenticato. Questa città merita di più».
Durante il suo intervento, diversi consiglieri di maggioranza hanno abbandonato l’aula, determinando la mancanza del numero legale e costringendo la presidenza a dichiarare sciolta la seduta. Un episodio che, secondo l’opposizione, rappresenta «una figuraccia istituzionale» senza precedenti.
Il gruppo di Italia Viva, in una nota, ha parlato di «maggioranza evaporata» e di una giunta «incapace di governare». «Il consiglio – si legge nel comunicato – è saltato prima ancora di affrontare la mozione politica e la discussione sul bilancio. È la prova che non ci sono più i numeri per amministrare. Il sindaco Conte non guida, non decide e trascina la città nel pantano politico».
La polemica si è accesa ulteriormente dopo la frase pronunciata in aula dallo stesso primo cittadino: «Sono assente anche io». Una battuta che, per molti, suona come la sintesi perfetta di una crisi giunta ormai al punto di non ritorno.
