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Duello televisivo decisivo tra Cirielli e Fico: clima rovesciato per la guida della Campania

Duello televisivo decisivo tra Cirielli e Fico: clima rovesciato per la guida della Campania

Fico e Cirielli

A soli cinque giorni dall’apertura delle urne per le prossime consultazioni regionali del 2025, si è tenuto il primo e unico confronto faccia a faccia tra i due contendenti primari per la presidenza campana: l’esponente di centrodestra Edmondo Cirielli e il rappresentante di centrosinistra Roberto Fico.

L’incontro, organizzato da SkyTg24 e moderato da Giovanna Pancheri, ha seguito un protocollo rigoroso ispirato ai debate americani. I partecipanti avevano preventivamente accettato un format che prevedeva parità di tempo e identità del tema per le risposte, un’interrogazione reciproca (Cirielli verso Fico e viceversa) e una possibilità circoscritta di replica, culminando poi nell’esortazione finale agli elettori.

Duello televisivo decisivo tra Cirielli e Fico

Come si è sviluppato lo scontro verbale tra i due leader? L’interrogativo consueto è determinare il vincitore, ovvero colui che ha dimostrato maggiore incisività e capacità di mettere in crisi l’avversario. Entrambi hanno manifestato sia aspetti vincenti che momenti di fragilità dialettica. Cirielli, data la necessità di invertire l’andamento degli ultimi sondaggi, ha adottato un tono più incisivo e assertivo. Fico, d’altro canto, ha trovato terreno fertile nell’opporsi alle iniziative del Governo Meloni e ha focalizzato il suo attacco sull’accelerazione dell’Autonomia Differenziata, sostenuta dalla Lega e dal ministro Calderoli.

Cirielli ha preferito mantenere il dibattito su questioni prettamente regionali, sottolineando le incongruenze tra la figura di Fico e la coalizione che inevitabilmente si fa erede del decennio di gestione di Vincenzo De Luca in Campania. In chiusura, ha ribadito come la scelta non debba basarsi su logiche politiche nazionali, ma sulle competenze amministrative dei candidati per governare la Regione. L’incontro si è concluso con un gesto di fair play: la stretta di mano di rito.

La tensione sul tema occupazione e misure assistenziali

La discussione è stata particolarmente accesa sull’occupazione. Cirielli ha sostenuto: «È imperativo riorientare i finanziamenti del FSE verso programmi di formazione specifici, per distogliere i giovani dall’attitudine assistenziale. Non è accettabile che vengano retribuiti per rimanere inattivi», riferimento inequivocabile al Reddito di Cittadinanza, misura promossa dal Movimento Cinque Stelle di cui Fico è membro. Fico ha contrattaccato subito: «I giovani campani non sono oziosi, ma eccellenze straordinarie che ambiscono a un lavoro dignitoso. Hanno bisogno di tutele fondamentali, come il salario minimo. Al contrario, il centrodestra ha dimostrato l’intenzione di aumentare gli stipendi dei propri esponenti, come nel caso Brunetta al CNEL». Cirielli ha risposto denunciando: «Duecentomila persone hanno lasciato la Campania a causa della pessima amministrazione regionale. I nostri giovani sono costretti a migrare». Fico ha ribattuto: «L’intento del reddito non era l’inattività, ma fornire gli strumenti per la formazione e l’ingresso nel mondo del lavoro».

Il dibattito ha raggiunto il culmine quando si è affrontato il tema dell’Autonomia Differenziata. Fico ha intensificato la sua posizione: «Ci opporremo fermamente a un disegno che rischia di frammentare il Paese e penalizzare il Mezzogiorno. È inconcepibile che i cosiddetti ‘patrioti’ di Fratelli d’Italia accettino una divisione della nazione per assecondare la Lega e Calderoli. È fondamentale garantire pari diritti a tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo di nascita». Cirielli ha liquidato la critica come una «narrazione infondata». Ha ricordato come «L’Autonomia sia prevista dalla Costituzione, a seguito della modifica del Titolo V voluta dal Partito Democratico. Ogni delega aggiuntiva sarà concessa solo a condizione di invarianza finanziaria. Personalmente non la ritengo indispensabile per la Campania, ma mi impegnerò a difendere ogni interesse della Regione, di cui sarò garante, assicurando che non venga sottratto nemmeno un euro al Sud. La stessa Meloni mi ha definito un “ostinato” nel perseguimento dei miei obiettivi».

Si sono susseguiti immediatamente attacchi e contrattacchi, resi più urgenti dalla notizia delle pre-intese firmate dal Governo Meloni con Regioni settentrionali (Veneto, Lombardia, Liguria e Piemonte). Fico ha incalzato: «Quindi Cirielli appoggia l’Autonomia, ma solo se non viene applicata in Campania? Questa è incoerenza manifesta». Cirielli ha replicato, deviando: «La nostra Regione è afflitta da un’altissima disoccupazione e una sanità al collasso: questo è il decennale fallimento del governo regionale uscente». Il candidato di centrosinistra ha chiesto l’ultima parola: «Questa è una nuova coalizione con un progetto politico rinnovato. Quando la destra amministrava, la sanità campana era in regime di commissariamento. Siamo usciti da quel piano grazie all’intervento del TAR. Il nostro impegno è per un lavoro serio e continuativo».

Strategie di sicurezza e il modello Caivano

Riguardo alla lotta alla criminalità giovanile, il viceministro del governo Meloni ha proposto il ‘Modello Caivano’, l’insieme di interventi e misure straordinarie adottate nel Parco Verde di Caivano (hinterland di Napoli) dopo gravi episodi di abusi sui minori. «È necessario un modello Caivano: investimenti in scuole, infrastrutture, supporto ai docenti, impianti sportivi, formazione professionale. La Regione avrebbe dovuto agire per prima. I giovani responsabili di crimini gravi meritano la punizione, ma anche la guida verso un percorso di riscatto».

La risposta di Fico è stata focalizzata sull’aspetto politico, legando il tema alle elezioni comunali di Caivano che si svolgono lo stesso giorno delle Regionali: «Fratelli d’Italia non ha presentato liste a Caivano. E al Parco Verde mancano i seggi elettorali. Il cosiddetto “Modello Caivano” è un’invenzione. La nostra proposta prevede la scuola a tempo pieno, la creazione di presidi culturali e la presenza costante dello Stato». Cirielli ha ribattuto: «Le Forze dell’Ordine, la Prefettura e il Commissario hanno svolto un lavoro eccezionale. L’assenza della lista dipende dal radicamento locale. Non mi risulta che il Movimento Cinque Stelle fosse presente…». Fico ha corretto: «Certo che eravamo candidati! Voi celebrate il Modello Caivano ma poi disertate le elezioni.»

L’impianto di Acerra, rifiuti e crisi ambientale

Il dossier rifiuti è il punto più critico per il centrosinistra. La giunta De Luca non è riuscita a rimuovere completamente le ecoballe accumulate negli anni. Fico, in passato, con il M5S, ha sempre promosso la chiusura del termovalorizzatore di Acerra. Il candidato del “campo largo” ha esposto la sua visione: «Transizione ecologica e l’adozione della strategia “rifiuti zero” raccomandata dall’ONU. Lo smaltimento delle ecoballe è in corso e proseguirà. Abbiamo ottenuto la balneabilità del mare di Castellammare e puntiamo a estenderla all’intera costa. Dobbiamo potenziare la raccolta differenziata e utilizzare i fondi PNRR per modernizzare gli impianti e diminuire i costi di trasporto. L’obiettivo, in linea con le direttive europee, è ridurre l’afflusso di rifiuti all’inceneritore».

Cirielli ha attaccato frontalmente: «La vostra coalizione ha fallito clamorosamente: la Terra dei Fuochi persiste, le città sono sporche, le ecoballe sono ancora lì dopo decenni. Avevate promesso l’eliminazione dell’80% in tre anni: la promessa è disattesa. Urge un monitoraggio sanitario e ambientale. Dobbiamo costruire nuovi impianti regionali, non spedire i rifiuti all’esterno».

Interrogati direttamente sulla necessità del termovalorizzatore di Acerra, entrambi i candidati hanno fornito risposte caute e politiche. Fico ha dichiarato: «Aumentando la differenziata, saremo in grado di chiudere gradualmente alcune linee di Acerra fino al superamento totale». Cirielli ha confermato: «Ho sempre sostenuto la sua indispensabilità. Se oggi è essenziale, è perché non sono state realizzate le strutture per l’organico. In prospettiva potremo farne a meno, ma solo dopo aver completato l’intero ciclo di gestione».

Rischio vulcanico (Vesuvio e Campi Flegrei) e zone rosse

Sulla gestione del rischio sismico e vulcanico, Cirielli ha chiesto una «revisione della mappatura delle zone rosse», mentre Fico ha posto l’accento sulla sicurezza: «La priorità è la sicurezza. Occorre un super-sismabonus per ristrutturare e rendere le abitazioni più resistenti e sicure». Cirielli ha replicato: «Non è necessario richiedere finanziamenti al governo centrale: i fondi esistono già, ma l’ente regionale non li ha utilizzati».

Infine, il tema che ha dominato i giorni precedenti: l’emendamento alla manovra finanziaria che potrebbe riattivare i termini del condono edilizio del 2003. Tale misura è particolarmente rilevante in Campania, dove il condono approvato dal governo Berlusconi fu bloccato all’epoca dalla giunta regionale di Antonio Bassolino.

Fico si è mostrato indignato: «Proporre il condono a una settimana dal voto è un affronto all’intelligenza dei campani. Ci considerate forse degli stupidi?». Cirielli ha sostenuto l’iniziativa: «La riapertura dei termini del condono 2003 è una misura di equità. Tutti i cittadini italiani ne hanno beneficiato: perché negarlo ai campani? L’abusivismo è anche il risultato di una pianificazione assente o di piani bloccati da mezzo secolo».

L’appello finale al corpo elettorale

Nelle battute conclusive, Cirielli ha esordito: «Ritengo che questo non sia solo un voto politico, ma un voto sulla capacità amministrativa. Vi chiedo di giudicarmi non in base alle accuse dei miei oppositori, ma sulla base dei miei meriti professionali, dell’esperienza e dell’affidabilità. Chi si candida oggi con una serie di promesse fa parte del problema che ha generato i problemi attuali». Fico, dal canto suo, ha concluso: «Andate a votare, indipendentemente dalla vostra scelta. Il mio è un invito alla partecipazione, a credere che la politica possa ancora rappresentare un momento di evoluzione positiva delle nostre esistenze. È fondamentale esortare tutti ad andare alle urne, poiché questo è uno dei diritti più preziosi acquisiti dalla nostra società dopo un periodo storico tremendo. Pertanto, valorizziamo questo voto, valorizziamo l’atto del voto. Votate per chi desiderate, ma è di vitale importanza partecipare.»

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