La denuncia della sorella di Dora Lagreca: “Qualcuno sa ma tace”. Nuova battaglia della famiglia della vittima contro l’archiviazione, dubbi su uso sospetto dello smartphone di Dora e richiesta di riqualificazione del reato in omicidio. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Caso Dora Lagreca, la denuncia della sorella Michela
La famiglia Lagreca non si arrende e torna a chiedere verità sul caso di Dora Lagreca, la giovane di 30 anni precipitata dal terrazzo del fidanzato Antonio Capasso quattro anni fa. A prendere parola è Michela Lagreca, sorella di Dora, che contesta con forza la nuova richiesta di archiviazione presentata dalla procura, definendo «frettolosa» l’ipotesi del suicidio e lamentando la mancanza di approfondimenti adeguati. «Qualcuno sa qualcosa ma non parla», afferma Michela, convinta che molte domande rimangano senza risposta.
Gli avvocati della famiglia, Renivaldo Lagreca e Cristiana Coviello, hanno presentato opposizione alla richiesta di archiviazione e chiesto che il reato venga riqualificato in omicidio. Le indagini difensive hanno messo in luce alcuni elementi contraddittori: la caduta, infatti, sarebbe stata «senza slancio», una dinamica che smentirebbe tanto l’ipotesi del gesto volontario quanto quella di una spinta da parte di Capasso, unico presente in casa al momento dell’accaduto e indagato per istigazione al suicidio.
Al centro del nuovo dibattito c’è anche lo smartphone di Dora. Michela denuncia che il telefono è rimasto nelle mani dell’ex fidanzato per quasi due giorni e sarebbe stato utilizzato dopo la morte della ragazza. «Dagli accertamenti è emerso che la sera stessa della tragedia qualcuno ha aperto WhatsApp sul cellulare per pochi istanti, dopodiché il dispositivo ha agganciato cellule telefoniche nei pressi di negozi specializzati in analisi e bonifica di smartphone», spiega la sorella, sottolineando come la versione fornita da Capasso sia stata accettata troppo facilmente senza ulteriori interrogatori o verifiche. L’udienza per decidere sulla nuova richiesta di archiviazione è stata fissata al 23 settembre. Nel frattempo la famiglia Lagreca continua a chiedere che venga fatta piena luce su una vicenda ancora avvolta da molti dubbi.