Cronaca

Dipendenze, Campania tra le ultime in Italia per i servizi di primo livello: l’allarme della Fondazione Gimbe

Foto di repertorio

La Campania figura tra le regioni fanalino di coda a livello nazionale per la presenza e l’organizzazione dei servizi di primo livello dedicati alle dipendenze. A rivelarlo è l’analisi della Fondazione Gimbe, presentata in occasione del 14° Congresso nazionale Federserd sulla prevenzione e la cura delle dipendenze.

Dipendenze, Campania tra le ultime in Italia per i servizi di primo livello

Secondo i dati illustrati dal presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, la rete nazionale dei servizi per le dipendenze si presenta come un sistema disomogeneo e in molti casi sottodimensionato. “Serve una riorganizzazione nazionale – ha affermato – non più iniziative spot”, sottolineando la necessità di un piano strutturale e coordinato per garantire assistenza omogenea sul territorio.

L’analisi, elaborata a partire dai dati contenuti nella relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze (2025) e dal rapporto Oised-Crea del 2024, mostra una fotografia preoccupante: in Italia sono stati censiti 198 servizi di primo livello, di cui 46 pubblici (22%) e 152 gestiti dal privato sociale (77%). Le strutture includono unità mobili (123), centri drop-in (49) e centri di prima accoglienza (26), rivolti in particolare alle persone più difficili da raggiungere attraverso i canali tradizionali.

Il tasso medio nazionale è di 0,4 servizi di primo livello ogni 100.000 abitanti tra i 15 e i 74 anni. Un dato che, tuttavia, evidenzia forti disparità territoriali: si passa da 1,8 nella provincia autonoma di Bolzano a 0,1 in Calabria, Campania e Puglia, le tre regioni con la disponibilità più bassa di servizi.

Non migliori i risultati per quanto riguarda i servizi ambulatoriali, ossia le strutture che offrono programmi terapeutico-riabilitativi, trattamenti farmacologici e sostegno ai familiari. Nel 2024 ne sono stati censiti 1.134 in tutta Italia, in larga parte pubblici (96%). Anche in questo caso la Campania si colloca nelle ultime posizioni, con un tasso di 1,5 ambulatori ogni 100.000 abitanti, dietro solo a Lazio (1,4), Abruzzo (1,4) e provincia autonoma di Bolzano (1,4).

Per Cartabellotta, questa situazione è il risultato di “un immobilismo normativo e organizzativo” che ha reso i servizi per le dipendenze “un’anomalia strutturale del Servizio Sanitario Nazionale: frammentati, disomogenei e con personale insufficiente”. L’efficacia degli interventi, ha aggiunto, “dipende ancora troppo spesso dalla buona volontà di professionisti e operatori, piuttosto che da una programmazione adeguata”.

L’allarme lanciato dalla Fondazione Gimbe pone dunque la Campania di fronte alla necessità di un intervento urgente di potenziamento dei servizi territoriali, con particolare attenzione alla prevenzione tra i più giovani, che rappresentano ormai una parte consistente degli accessi ai pronto soccorso e dei casi di dipendenza registrati nella regione.

Campaniasanità

Ultime notizie