Con una solenne messa celebrata dal Vescovo Giuseppe Giudice nella Concattedrale di San Michele Arcangelo di Episcopio di Sarno si è concluso il Giubileo della Speranza a livello diocesano. È stato un momento in cui tutta la Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno si è riunita per deporre nelle mani del Signore il tesoro di grazia raccolto in questi mesi.
La diocesi di Nocera Inferiore-Sarno chiude a Sarno il Giubileo della Speranza
La celebrazione, presieduta dal Vescovo, ha visto la partecipazione del Sindaco di Sarno Francesco Squillante e dell’Amministrazione Comunale, dei parroci e dei fedeli dell’intera Diocesi.
Nella sua omelìa, il Vescovo, ripercorrendo l’anno giubilare, ha ricordato i momenti salienti del cammino diocesano: il pellegrinaggio al Santuario di Pompei il 3 maggio, quello diocesano a Roma il 4 giugno con il passaggio della Porta Santa e il pellegrinaggio del 15 dicembre scorso, culminato con l’inaugurazione del presepe dell’Agro in Piazza San Pietro e il dono al Santo Padre.
La famiglia: tra fragilità e minacce culturali
Al centro della riflessione, la famiglia, oggi segnata da fragilità e minacce culturali. Come la Santa Famiglia, anche le famiglie di oggi vivono precarietà e opposizioni: “Continuamente sono messe in pericolo le radici delle famiglie contagiate da una cultura che lavora per scardinare le fondamenta dell’istituto familiare”.
Da qui l’appello a un nuovo patto educativo tra famiglia, Chiesa, scuola e società civile, affidato non all’imposizione ma alla proposta: “Solo insieme si progredisce e si vince; da soli si regredisce e si perde”. Essere credenti, ha aggiunto, significa anche assumere una responsabilità civile, perché “ogni scollamento produce frazionamenti, confusioni e disastri”.
Il futuro e la prospettiva della “Civiltà della Speranza”
Guardando al futuro, Monsignor Giudice ha rilanciato con forza la prospettiva della “Civiltà della Speranza”, da edificare nella vita quotidiana delle comunità: “È necessaria una condizione irrinunciabile per edificare la Civiltà della Speranza: cominciare qui, cominciare dentro di me, tra di noi, tra i miei, dove vivo e sogno, qui nella terra dell’Agro Nocerino-Sarnese e nella mia Chiesa di Nocera Inferiore-Sarno. Scegliamo come domicilio Nazareth, dove la Speranza ha preso corpo”.
Uno sguardo al presente
Mettersi insieme come ponti, camminare senza sopraffazioni, rifiutare ogni contrapposizione e vivere “gli uni per gli altri”. Infine, uno sguardo al presente, segnato anche dalle nuove tecnologie.
“All’intelligenza artificiale, che è utile ma può renderci ancora più schiavi sostituendosi a noi, facendoci diventare semplici burattini nelle mani di pochi – ha concluso il Vescovo – , noi vogliamo contrapporre con umiltà l’intelligenza artigianale, che riscopre in ogni lavoro mani, cuore ed intelligenza umana, ci fa artigiani ed artisti nella costruzione di una nuova umanità, originale come ogni opera d’arte, e per questo con qualche imperfezione e fragilità”.









