L’Italia continua a distinguersi a livello internazionale non solo per il patrimonio artistico, storico e paesaggistico, ma anche per la straordinaria varietà linguistica che caratterizza il territorio nazionale.
Accanto alla lingua italiana convivono decine di dialetti, spesso considerati vere e proprie lingue a sé stanti, espressione di identità locali radicate e di una tradizione orale che attraversa secoli di storia. Proprio su questo patrimonio si è concentrato un recente sondaggio che ha provato a misurare la percezione emotiva e suggestiva delle principali parlate regionali, stilando una classifica dei dialetti ritenuti più “romantici”.
Dialetti italiani, il napoletano conquista il primato della “lingua del cuore”
L’indagine è stata realizzata da Speedvacanze, realtà operante nel settore travel, che ha coinvolto un campione di mille persone di età compresa tra i 18 e i 57 anni. Agli intervistati è stato chiesto di esprimere una preferenza sulla base delle sensazioni evocate dai diversi dialetti italiani, valutandone musicalità, fascino e capacità di trasmettere emozioni. Dai risultati è emerso un quadro articolato che riflette non solo aspetti linguistici, ma anche l’immaginario collettivo legato ai territori di provenienza.
A conquistare la prima posizione è stato il dialetto napoletano, che ha raccolto il 28% delle preferenze complessive. La parlata partenopea si è imposta come la più apprezzata in termini di romanticismo, grazie a una sonorità considerata avvolgente e a una tradizione culturale che spazia dalla musica al teatro, fino alla recente produzione televisiva. Un risultato che conferma il forte impatto simbolico del dialetto campano, spesso associato a espressività e intensità emotiva.
Subito alle spalle si colloca il siciliano, che ha ottenuto il 25% dei consensi. Anche in questo caso, il giudizio degli intervistati ha premiato una lingua percepita come incisiva e coinvolgente, capace di evocare immagini e suggestioni legate a una terra ricca di storia e contaminazioni culturali. A completare il podio è il toscano, terzo con il 17% delle preferenze, apprezzato soprattutto per le sue peculiarità fonetiche e per il legame diretto con le radici della lingua italiana.
Fuori dalle prime tre posizioni si attestano il piemontese e il marchigiano, rispettivamente con il 12% e l’8%. Entrambi vengono descritti come dialetti dal tono piacevole e riconoscibile, ma non sufficientemente incisivi da competere con quelli collocati nelle posizioni di vertice. Chiudono la classifica il romano e il milanese, che hanno registrato i livelli di gradimento più bassi all’interno del sondaggio, risultando meno associati a caratteristiche di romanticismo o sensualità.
I dati emersi restituiscono uno spaccato interessante sul rapporto tra lingua, percezione e identità culturale, confermando come i dialetti continuino a esercitare un ruolo significativo nell’immaginario collettivo, ben oltre il loro utilizzo quotidiano.
