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Governo Meloni, oggi il Consiglio dei Ministri discuterà il nuovo decreto sulle accise di benzina e gasolio: cosa cambia

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Fonte Fanpage.it

Oggi, giovedì 13 marzo, il Consiglio dei ministri discuterà il nuovo decreto sulle accise riguardanti benzina e gasolio. Il governo Meloni prevede di aumentare l’accisa sul diesel e di ridurre quella sulla benzina, con un abbassamento annuale fino a 1,5 centesimi, fino a raggiungere un livello equivalente. I proventi derivanti da queste modifiche saranno destinati al potenziamento del trasporto pubblico locale.

Decreto accise benzina e gasolio, oggi al Consiglio dei Ministri

Dopo mesi di preparativi e attese, il nuovo decreto sulle accise è finalmente arrivato all’attenzione del Consiglio dei ministri, con l’obiettivo di modificare le tariffe per benzina e gasolio. Il provvedimento prevede un incremento dell’accisa sul gasolio e una diminuzione su quella della benzina, con un aggiustamento compreso tra 1 e 1,5 centesimi all’anno per i prossimi cinque anni. Entro il 2030, si prevede di raggiungere una parità tra le due imposte.

I proventi aggiuntivi che lo Stato otterrà dovranno essere destinati esclusivamente al finanziamento del trasporto pubblico locale. Secondo l’associazione dei consumatori Codacons, l’aumento potrebbe comportare un costo annuale compreso tra 15 e 20 euro per i possessori di auto diesel.

Modifiche ai prezzi di benzina e diesel a causa delle nuove accise

L’incremento delle accise sul gasolio è finalizzato a rispettare gli impegni assunti dal governo nel Piano strutturale di bilancio e a ridurre i sussidi dannosi per l’ambiente, come previsto dal Pnrr. Una bozza del decreto, diffusa poche ore prima del Consiglio dei Ministri, fornisce ulteriori dettagli.

Attualmente, la tariffa sulla benzina è di 73 centesimi al litro, mentre quella sul gasolio è di 62 centesimi al litro. L’intento del governo Meloni è di allineare i due prezzi. Nel corso dei prossimi cinque anni, quindi, si prevede un riequilibrio della situazione. Entro il 2030, entrambi i prezzi dovrebbero attestarsi intorno ai 67-68 centesimi al litro.

Come già menzionato, la normativa prevede un incremento annuale “tra 1 e 1,5 centesimi di euro per litro” per il gasolio, accompagnato da una riduzione equivalente per la benzina, per un periodo di cinque anni. Le modifiche alle accise non saranno specificate immediatamente, ma ogni anno un decreto interministeriale (che coinvolge i Ministeri dell’Ambiente, dell’Economia, dell’Agricoltura e dei Trasporti) stabilirà l’esatto aumento della tariffa sul gasolio e la diminuzione di quella sulla benzina. Un elemento significativo incluso nel decreto riguarda il settore dei trasporti. Qualora lo Stato registri un incremento delle entrate a seguito di queste modifiche alle accise, tali guadagni dovranno essere destinati a finanziare il trasporto pubblico locale.

Chi sosterrà costi maggiori al distributore e in che misura

Le associazioni dei consumatori hanno prontamente reagito. Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, ha evidenziato che attualmente “su ogni litro di benzina acquistato dagli automobilisti, oltre 1,05 euro vengono destinati a tasse”, mentre “0,924 euro su ogni litro di gasolio”, considerando accise e IVA. Si tratta di una tassazione tra le più elevate in Europa, che nel 2023 ha generato per lo Stato 38,1 miliardi di euro, e che quindi dovrebbe essere ridotta.

Il Codacons, d’altra parte, ha analizzato l’impatto di questa modifica sui consumatori. Un incremento di un centesimo sul gasolio comporterebbe una spesa media di quasi 15 euro in più all’anno per ogni automobile, ipotizzando due rifornimenti al mese. Se l’aumento fosse di un centesimo e mezzo, si arriverebbe a poco più di 20 euro all’anno. Questo comporterebbe, per cinque anni consecutivi, un aumento della spesa annuale tra i 70 e i 100 euro entro il 2030, solo per quanto riguarda le accise e l’IVA. Al contrario, chi possiede un’auto a benzina dovrebbe sperimentare un effetto sostanzialmente opposto, con un lieve sconto sul carburante rispetto ai prezzi attuali nei prossimi anni.

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