Nonostante la bocciatura al Senato della norma sul terzo mandato per i presidenti di Regione, Vincenzo De Luca non rinuncia a restare in campo. L’attuale governatore della Campania ha avviato un’iniziativa formale per ottenere il rinvio delle elezioni regionali previste in autunno, puntando sulla necessità di completare alcuni progetti strategici attualmente in corso.
Elezioni regionali, De Luca tenta il rinvio del voto
De Luca ha indirizzato una lettera ufficiale al presidente della Conferenza Stato-Regioni, Massimiliano Fedriga, esponente della Lega e presidente della Regione Friuli Venezia Giulia. La richiesta è stata inserita come punto 5 all’ordine del giorno della seduta del 26 giugno della Conferenza Stato-Regioni.
Nella comunicazione, datata 18 giugno, De Luca sottolinea il rischio di paralisi amministrativa legato alla scadenza elettorale e sostiene che una proroga, anche breve, consentirebbe di portare a termine alcuni dossier fondamentali per il territorio campano. “Caro presidente – scrive il governatore campano – ti segnalo alcuni interventi in corso che rischiano di bloccarsi. Con una leggera dilazione della scadenza elettorale possono essere messi in sicurezza e decollare”.
Tra le priorità elencate nella lettera figurano:
- interventi legati al PNRR;
- l’attivazione delle Case di Comunità previste dal nuovo modello sanitario territoriale;
- il completamento della nuova sede della Regione Campania;
- lo smaltimento delle ecoballe, una delle questioni ambientali più complesse e discusse degli ultimi anni.
La proposta di De Luca si inserisce in un momento di forte tensione politica e istituzionale. La decisione del Parlamento di non concedere ai presidenti uscenti la possibilità di candidarsi per una terza volta consecutiva ha aperto scenari incerti sulla futura leadership della Regione. Con il rinvio delle urne, De Luca potrebbe guadagnare tempo per consolidare la sua eredità politica e completare gli interventi in sospeso.
La Conferenza Stato-Regioni, alla luce della richiesta, sarà ora chiamata a valutare la fattibilità e l’opportunità di uno slittamento, che richiederebbe comunque un passaggio formale in Consiglio dei Ministri e una successiva copertura normativa. L’eventuale accoglimento della proposta potrebbe avere ripercussioni anche su altre realtà regionali, aprendo un precedente significativo nel dibattito sul calendario elettorale delle autonomie locali.