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Femminicidio: la Camera approva il nuovo reato autonomo. Ecco cosa cambia

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foto di repertorio
foto di repertorio

La Camera dei deputati ha approvato all’unanimità il disegno di legge che introduce nel codice penale il nuovo articolo 577-bis, trasformando il femminicidio in un reato autonomo. Il testo, già sostenuto con voto bipartisan al Senato, definisce in modo specifico l’omicidio di una donna compiuto per motivi di discriminazione, odio, prevaricazione o attraverso atti di controllo, possesso e dominio. Per questa fattispecie è previsto l’ergastolo, rendendo la normativa italiana una delle più severe in Europa.

Cosa prevede la nuova legge

Il femminicidio sarà punito con l’ergastolo quando l’omicidio è riconducibile a:

  • discriminazione o odio verso la vittima in quanto donna

  • comportamenti di controllo, possesso o dominio

  • punizione per il rifiuto di iniziare o proseguire una relazione

  • limitazione delle libertà personali della vittima

Il reato si configura anche quando il movente è strettamente collegato alla volontà della donna di interrompere un rapporto affettivo o di affrancarsi da dinamiche oppressive.

Benefici penitenziari più rigidi

Il testo introduce norme più severe per l’accesso ai benefici penitenziari. Chi è condannato per femminicidio o reati affini potrà ottenere misure alternative solo dopo una valutazione positiva della condotta, basata su un’osservazione specialistica di almeno un anno.

Inoltre, ogni provvedimento che comporta l’uscita temporanea dal carcere dovrà essere comunicato immediatamente:

  • alla vittima sopravvissuta

  • ai familiari della vittima, in caso di omicidio o femminicidio

Una novità che punta a rafforzare la sicurezza e la tutela delle persone coinvolte.

Tutela per minori e vittime fragili

La legge introduce ulteriori misure:

  • riduzione dei permessi premio per i minori condannati per femminicidio

  • patrocinio gratuito a spese dello Stato, anche oltre i limiti di reddito, per le vittime di tentato omicidio aggravato e tentato femminicidio

  • rafforzamento delle tutele per gli orfani di femminicidio

Un punto innovativo riguarda l’accesso ai centri antiviolenza: le ragazze dai 14 anni in su potranno chiedere supporto e informazioni senza necessità di autorizzazione da parte dei genitori.

Prevenzione e formazione: il ruolo delle istituzioni

La legge punta anche sulla prevenzione. Tra le misure previste:

  • campagne di sensibilizzazione nazionali

  • percorsi formativi scolastici e professionali

  • iniziative specifiche su violenze facilitate dall’uso di sostanze stupefacenti

  • istituzione di un tavolo tecnico permanente presso il Ministero della Salute

Prevista anche una formazione rafforzata per magistrati e personale sanitario, per riconoscere con maggiore tempestività e competenza i segnali della violenza di genere.

Una relazione annuale per monitorare la legge

Ogni anno il Ministero della Giustizia presenterà al Parlamento una relazione sullo stato di attuazione della normativa, con dati su:

  • condanne

  • assoluzioni

  • misure adottate

  • andamento delle denunce

Un sistema di monitoraggio continuo pensato per verificare l’efficacia della nuova disciplina.

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