Curare il tumore con il bicarbonato, è un risultato che compare spesso nei motori di ricerca, ma non è la soluzione che un medico darebbe ad un paziente. Invece il dottor Tullio Simoncini ha curato, in collegamento di Tirana, attraverso messaggi whatsapp o collegamenti skype quattro pazienti, alcuni malati di tumore e altri solo preoccupati, prescrivendo cure con il bicarbonato, nonostante la radiazione dall’albo dei medici nel 2006 stabilita proprio per aver incentivato questa terapia priva di riscontri scientifici. È l’accusa per cui l’ex camice bianco è ancora una volta sotto processo. Il reato contestato è quello di esercizio abusivo della professione.
Curava il tumore con il bicarbonato: i fatti
I fatti risalgono al 2016: Simoncini visita e prescrive dai suoi studi a Roma o a Tirana pur non potendo svolgere l’attività. Nel 2018, come riporta il Corriere, dopo le visite con i quattro pazienti (parti offese nell’odierno processo), Simoncini è stato condannato in primo grado a cinque anni di reclusione con l’accusa di omicidio colposo per la scomparsa avvenuta nel 2012 di Luca Olivotto, catanese, 27 anni, affetto da tumore al cervello e curato con il bicarbonato in una clinica della capitale albanese. La sentenza, confermata in appello, di recente è stata annullata con rinvio.
I consulti online
Nell’ottobre di sei anni fa Simoncini, attraverso un collegamento internet, prescrive a una donna nata in Romania una tac. Non potrebbe farlo, essendo stato radiato. Sempre nello stesso mese ha un consulto via skype a pagamento con una signora di Castrovillari. A novembre del 2016, attraverso whatsapp, scambia messaggi con una paziente, cui suggerisce lavaggi con il bicarbonato per curare il tumore.
Sempre nello stesso periodo viene consultato da un 77enne di Napoli al quale descrive la sua ricetta (dagli effetti controversi) consistente in infiltrazioni di bicarbonato di sodio diluito al 5 percento. Un paziente, ha raccontato di aver speso 200 euro per una visita. Se avesse acconsentito a seguire le prescrizioni dell’ex medico, avrebbe dovuto pagare settemila euro. Quella è rimasta la sola visita. “Simoncini ha dato solo semplici consigli”, è la linea difensiva tracciata dal suo avvocato, Cesare Piraino.