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Guerra Ucraina – Russia, cosa sono e come funzionano le mine antiuomo

Cosa sono e come funzionano le mine antiuomo utilizzate anche nella guerra tra Ucraina e Russia? Nelle ultime ore sta circolando la notizia che una mina antiuomo ha ucciso tre adulti e ferito tre bambini in Ucraina, nella regione di Chernihiv a nord di Kiev. Il veicolo sul quale viaggiavano sarebbe saltato in aria dopo aver innescato il letale ordigno.
A rendere nota la tragedia è stata Liudmyla Denisova, responsabile dei diritti umani presso il Parlamento ucraino. Prima di oggi non si avevano notizie di morti nel conflitto in Ucraina provocati da questi subdoli esplosivi, sebbene fosse nota la loro presenza. Alcuni giorni addietro è divenuto virale il video di un uomo temerario che, a mano e con una sigaretta accesa in bocca, sposta una grossa mina anticarro da una strada verso un bosco.

Cosa sono e come funzionano le mine anti uomo

Una mina terrestre è un ordigno esplosivo, utilizzato generalmente in ambito militare, che viene posizionato sul terreno o sottoterra, dotato di una carica esplosiva e che viene azionato dalla pressione di un veicolo, di un piede che vi passano sopra o da fili da inciampo. Il termine viene generalmente usato per indicare ordigni progettati e prodotti a livello industriale, e quindi non per ordigni improvvisati.

Nella tattica moderna, le mine sono utilizzate per impedire l’accesso a determinate zone, per esempio per impedire al nemico di oltrepassare confini contesi o, più in generale, per limitarne i movimenti; lo scopo è quindi simile a quello del filo spinato.

Le mine antiuomo, inventate e sviluppate durante le due guerre mondiali, erano all’inizio destinate a proteggere temporaneamente installazioni e obiettivi strategici. Le mine antiuomo possono causare vittime civili e continuare a danneggiare la popolazione locale anche molto tempo dopo la fine di un conflitto. Secondo le fonti che vanno contro l’impiego di questo tipo di ordigno oltre 35000 persone in Cambogia hanno sofferto di mutilazione o sono decedute a causa delle mine antiuomo molto tempo dopo la fine della Seconda Guerra d’Indocina e molte altre vittime ci sono state anche in Mozambico, Afghanistan, Angola, Cecenia, Kurdistan iracheno e ex-Iugoslavia. La rimozione delle mine terrestri è un’attività pericolosa, costosa e richiede tempi molto lunghi, e un terreno minato può risultare non percorribile e quindi non coltivabile o in generale non utilizzabile per decenni, specialmente nei paesi poveri che non hanno i mezzi per portare a termine lo sminamento. Oggi la maggior parte delle nazioni del mondo ha ufficialmente acconsentito a mettere al bando le mine antiuomo. Il record di un maggior numero di mine inesplose stimate appartiene ad Iraq e Afghanistan.


 

 


 

Esistono numerosi tipi di mine antiuomo: oggi se ne producono circa 340 tipi, sono molto sofisticate e poco costose; possono rimanere attive fino a quarant’anni. In media contengono circa 0,7 kg di esplosivo.

Le mine antiuomo sono attualmente messe al bando a livello mondiale dal Trattato di Ottawa del 1997 firmata da 138 paesi fra cui l’Italia. Tale convenzione entrata in vigore nel 1999 proibisce l’utilizzo, la vendita e la produzione di mine antiuomo e prevede che i paesi firmatari si impegnino in 4 anni a distruggere il loro stock di mine ed a bonificare le aree minate entro 10 km dalle loro frontiere. I paesi che non hanno firmato la convenzione sono la Cina, gli Stati Uniti, la Russia, Cuba, Israele e Corea del Nord.


 

 

 


Ogni 20 minuti in qualche parte del mondo un essere umano salta su una mina; le mine antiuomo hanno causato 5.197 morti nel 2011, un terzo dei quali bambini.

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