Coronavirus in Italia, emergenza infezioni esterne
“L’attenzione non deve essere alta, di più. Deve mantenersi altissima. Ci vuole poco a riaccendere la miccia del virus. Non dimentichiamo come tutto è cominciato. Noi a fine gennaio ci occupavamo della coppia cinese giunta in Italia e ricoverata allo Spallanzani e in Lombardia il Sars-Cov-2 già circolava. Il Paese non è blindato. La gente si muove da un continente all’altro ed è impossibile controllare tutti”. Secondo Locatelli “i focolai, anche quelli che compaiono di tanto in tanto in Italia, devono ricordarci che non siamo usciti dal tunnel. Che il coronavirus è ancora un problema e lo sarà per diversi mesi. Dunque tutto ciò che assume la forma di assembramento va evitato”
Galli: “Virus non rabbonito”
Anche Massimo Galli, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano ha parlato di un rischio di contagi per l’Italia più forte dall’esterno. “È evidente – ha detto alla trasmissione Agorà sui Rai3 – che ci siano dall’estero rischi di infezione da coronavirus, basta vedere quello che sta succedendo in Germania con i mattatoi. Ma questo lo sapevamo già quando si è deciso di riaprire i nostri confini. L’importante è che a livello di ogni regione sia approntato un apparato di sorveglianza tale da monitorare e migliorare l’attenzione e l’organizzazione quando arrivano turisti stranieri”.