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La dimora del Diavolo a Napoli: il convento dei Girolamini

Il convento dei Girolamini, o anche Casa dei Padri dell’Oratorio, a Napoli, si sviluppa adiacente alla chiesa omonima, la cui facciata principale si trova di fronte al Duomo di Napoli, al civico 144 di via Duomo. Struttura risalente al 1587, sebbene luogo di preghiera, è definito la dimora del Diavolo.



Il convento dei Girolamini di Napoli

Il convento dei Girolamini, o anche Casa dei Padri dell’Oratorio, si sviluppa adiacente alla chiesa, la cui facciata principale è di fronte al Duomo di Napoli, di via Duomo. Il convento fu edificato a partire dal 1587, nello stesso periodo in cui furono avviati i lavori alla prima chiesa voluta dai padri Oratoriani, sul preesistente palazzo Seripando.

Negli anni ’90 dello stesso secolo, con la nascita della nuova chiesa dei Girolamini, e fino alla prima metà del ‘600 circa, il complesso fu poi ampliato con l’aggiunta del secondo e più grande chiostro, noto degli Aranci, e di altre sale e corpi di fabbrica fino a raggiungere le dimensioni attuali.

La facciata risale al ‘700 e consta di due ingressi:

I chiostri dei Girolamini sono due:



Perchè Dimora del Diavolo? Le testimonianze

In una cronaca anonima settecentesca conosciuta agli Oratoriani solo dopo il 1857 dal titolo”Caso successo nell’anno 1696 a 4 di Maggio nella casa dei Padri Girolamini”, giorno in cui avvennero vicende veramente strane all’interno del convento.

Carlo Maria Vulcano, nobile sorrentino e novizio Oratoriano, mentre dormiva nella sua celletta, la notte del 4 maggio 1696, fu svegliato bruscamente da un gra fracasso, e gli apparvero certe ombre, tanto orrende che scappò fuori, invocando aiuto. Accorsero il padre Niccolò Squillante, Maestro dei Novizi ed alcuni di costoro. Parve a tutti che il Vulcano si fosse ingannato e lo persuasero a riaddormentarsi. Da quella notte, però sino al marzo 1698, le manifestazioni spiritiche sii rinovellarono sempre, con singolare insistenza: lanci di pietre, rottura di mobili, colpi alle porte”.

I monaci decisero di allontanare momentaneamente il novizio e a questo punto l’anonimo cronista ci spiega che al giovane non bastò viaggiare sino a Sorrento e Capri per liberarsi dell’inopportuno compagno di viaggio che gli aveva confidato di essere lo stesso Diavolo dall’inferno. Continuarono inspiegabili incendi, “piatti rotti in cocci, abati presi a calci e provole divorate”, fino all’abbandono del giovane nobile che “gettò alle ortiche  l’abito e rientrò nel bel mondo”, cosa che fece “involontariamente e solo perchè quella era lunico modo per liberarsi dalle suddette vessazioni del diavolo”.

La leggenda oggi

Ancora oggi gli abitanti della zona si tramandano oralmente la storia della possessione e vi aggiungono più recenti vicende di natura demoniaca con il fantasma che si aggirerebbe nelle strade e nei vicoli.

Secondo uno studioso napoletano, infine l’origine dei fenomeni sarebbe da ricondurre ad un impropria consultazione di libri proibiti conservati nell’archivio segreto della grande biblioteca del Convento, il giovane si sarebbe fatto ospitare per poter accedere a pubblicazioni altrimenti inavvicinabili ed avrebbe scatenato, con involontarie invocazioni, delle forze incontrollabili.

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