Dario Vassallo chiede la piena presenza dello Stato al processo per l’omicidio del fratello nonché sindaco di Pollica, Angelo: “Serve un segnale chiaro, il 5 settembre 2010 è morto un uomo dello Stato”.
Omicidio Vassallo, il fratello: “Lo Stato sia presente al processo”
A quindici anni dall’omicidio del sindaco-pescatore Angelo Vassallo, il fratello Dario torna a chiedere chiarezza e il coinvolgimento diretto dello Stato nel processo. In un’intervista a Radioclub91, Dario Vassallo ha sottolineato l’importanza che la giustizia faccia il suo corso senza interferenze: “Le comunità si chiudono e non vogliono cercare la verità. Questa è una politica che non serve, crea solo danni. Il popolo, spesso, si accontenta di sopravvivere e fa finta di non vedere né sentire, anche di fronte a nove colpi di pistola, inquinando le indagini”.
L’udienza preliminare del processo è fissata per il 16 settembre presso il Tribunale di Salerno. “La verità è nelle ottantamila pagine d’inchiesta – spiega Vassallo – ma ora dobbiamo concentrarci su un fatto concreto: il processo. Si costituiranno parte civile la famiglia, la fondazione e altre associazioni come Anci e Avviso Pubblico”.
Dario Vassallo ha poi lanciato un appello diretto alle istituzioni: “L’Arma dei Carabinieri deve costituirsi parte civile perché è parte lesa. Serve la presenza dello Stato: il presidente del Consiglio, il Ministero della Difesa, devono dare un segnale chiaro e senza sbavature. Il 5 settembre 2010 è morto un uomo dello Stato e lo Stato deve riprendersi la sua posizione”.
Il fratello del sindaco ha inoltre denunciato problemi di controllo sul territorio: “Ad Acciaroli attraccano barche di camorristi e non c’è un reale controllo del Comune o delle Capitanerie di porto. Angelo aveva ragione: già nel 2010 diceva che il Paese è finito senza autorità e controllo sul territorio”.