Come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola, Giorgio Colarieti, ideatore e figura di riferimento del centro di procreazione medicalmente assistita dell’Azienda ospedaliera Ruggi d’Aragona, ha formalizzato le proprie dimissioni. Una scelta maturata nel tempo, accompagnata – come lui stesso ha spiegato – da un progressivo senso di distanza rispetto a un modello organizzativo percepito come sempre meno aderente alla vocazione originaria dell’ospedale pubblico.
Colarieti lascia il Ruggi: si dimette il fondatore del centro Pma
In un messaggio pubblicato sui social, Colarieti ha ricostruito le motivazioni che lo hanno portato a lasciare l’incarico, richiamando la difficoltà di riconoscersi in una struttura gestita secondo logiche aziendali e non più, a suo giudizio, orientata alla centralità del paziente. Ha ricordato anni di lavoro, la costruzione di un reparto divenuto punto di riferimento, e risultati clinici che collocano il centro salernitano sopra la media nazionale. Una crescita, ha sottolineato, frutto delle esperienze dei pazienti e dell’impegno dell’intero team. Pur lasciando il Ruggi, Colarieti proseguirà l’attività in altre realtà specialistiche del settore.
Il centro Pma, inaugurato a marzo 2024, è dotato di dotazioni tecnologiche avanzate, tra cui incubatori di ultima generazione e sistemi basati su intelligenza artificiale capaci di valutare la qualità embrionale attraverso parametri morfologici non rilevabili a occhio nudo. La struttura opera esclusivamente in regime ambulatoriale, in linea con la normativa vigente, e collabora con il reparto di ginecologia per i trattamenti che richiedono procedure differenti. Attualmente è in fase di consolidamento anche l’attività dedicata alla preservazione della fertilità, rivolta sia ai pazienti oncologici sia a persone affette da patologie che comportano trattamenti potenzialmente lesivi per la funzione riproduttiva, come endometriosi o malattie autoimmuni.
Il centro salernitano registra un tasso di gravidanze superiore al 50 per cento, un dato nettamente al di sopra della media nazionale, e dovrebbe concludere l’anno con oltre duecento cicli effettuati. Il personale è composto da biologhe, un medico dedicato, ostetriche, infermiere e un’operatrice sociosanitaria.
L’uscita di Colarieti riaccende il dibattito sulle difficoltà del Ruggi nel trattenere figure altamente specializzate. Il deputato Pino Bicchielli ha definito le dimissioni un “segnale critico” per l’intero sistema sanitario locale, ricordando che negli ultimi anni il presidio ha visto allontanarsi numerosi professionisti. Un trend che, secondo il parlamentare, riflette problematiche strutturali più ampie e incide sul ruolo del Ruggi come fulcro dell’assistenza territoriale.
