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Clan Rinzivillo, sigilli a un peschereccio nel porto di Salerno: maxi sequestro da 50 milioni

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La Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro di beni nei confronti di un imprenditore di Gela legato al clan Rinzivillo: coinvolte aziende ittiche tra Italia e Marocco, sigilli anche a un peschereccio nel porto di Salerno. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Clan Rinzivillo, sequestro peschereccio nel porto di Salerno

Nuovo colpo alla criminalità organizzata nel settore della pesca. La Guardia di Finanza di Caltanissetta, su disposizione del Tribunale locale, ha sequestrato un patrimonio di circa 50 milioni di euro riconducibile a Emanuele Catania, imprenditore originario di Gela ritenuto vicino al clan Rinzivillo, storicamente legato a Cosa Nostra.

Tra i beni sequestrati anche un peschereccio ormeggiato nel porto di Salerno, individuato e sottoposto a sigilli dalle Fiamme Gialle siciliane con il supporto del Reparto operativo aeronavale della Finanza di Palermo. Il blitz è avvenuto nell’ambito di una maxi operazione antimafia che ha interessato oltre 40 immobili, conti correnti, quote societarie, veicoli, unità navali e compendi aziendali operanti tra Italia e Marocco.

L’indagine

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, hanno ricostruito un complesso intreccio societario e familiare attraverso il quale, secondo l’accusa, l’imprenditore avrebbe consentito al clan di infiltrarsi nel tessuto economico, in particolare nel settore della pesca e della commercializzazione dei prodotti ittici, anche su scala internazionale. Gli investigatori del Gico (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) hanno accertato una notevole sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio accumulato, riconducibile al periodo compreso tra il 1985 e il 2022. Nel mirino 45 soggetti tra persone fisiche e giuridiche.

Il settore ittico sotto dominio mafioso

L’operazione conferma, secondo la Dda, come il comparto ittico sia da tempo esposto a infiltrazioni criminali: «Il settore risulta gestito, in larga parte, da soggetti legati alla criminalità organizzata che impongono forniture e controllano il mercato», scrivono gli inquirenti. L’obiettivo, in molti casi, è il riciclaggio dei proventi illeciti attraverso attività formalmente lecite, ma funzionali al consolidamento economico dei clan.

Le ramificazioni a Salerno

Il sequestro del peschereccio nel porto di Salerno rappresenta un punto chiave dell’indagine, dimostrando come l’influenza della mafia gelese si estenda anche fuori dalla Sicilia, toccando hub strategici della logistica marittima e della commercializzazione del pesce. In città, le autorità portuali e le forze dell’ordine mantengono alta la guardia su traffici e dinamiche opache che gravitano intorno al mercato ittico.

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