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Perito, giunte al termine il Cilento Fest: premiato il corto “Una faccia da cinema” di Alberto Salvucci

Cilento Fest
Alberto Salvucci
Cilento Fest

Il corto “Una faccia da cinema” di Alberto Salvucci si è aggiudicato il Gran Premio Cinema e Borghi 2025 del concorso cinematografico indetto dal Cilento Fest, il festival internazionale per la promozione del cinema legato al racconto dei paesi e delle aree interne, giunto quest’anno alla quarta edizione.

Cilento Fest, premiato il corto “Una faccia da cinema” di Alberto Salvucci

La manifestazione, diretta dall’editore e scrittore Max De Francesco, coprodotta dalla giornalista Laura Cocozza, organizzata dalla società Iuppiter e dall’associazione culturale I Disinvolti, presieduta da Enrico Lava, si è svolta anche quest’anno nel piccolo borgo cilentano di Perito che, dal 18 al 21 agosto, è stato animato da proiezioni, spettacoli, presentazioni di libri, cinetalk, visite guidate e laboratori creativi.

A decidere l’opera vincitrice, tra gli oltre 150 film in gara, provenienti da 16 paesi di produzione, è stato il comitato artistico composto dal produttore Gianluca Arcopinto, dall’attore e produttore Cesare Apolito, dal regista Andrea D’Ambrosio e dall’attore Bruno Cariello.

Dalla brama di vivere di Ugo Tognazzi alla ricerca della verità di Giancarlo Siani, dal sound geniale di Pino Daniele alla passione per le tradizioni di Pasolini: questi i miti che sono stati raccontati durante questa edizione, insieme ai fratelli Maria Sole e Gianmarco Tognazzi, a Maurizio Fiume, ad Alessandro Daniele, Enzo Decaro, Mario Rosini e a Ninetto Davoli: un viaggio nel cinema delle emozioni arricchito da eventi collaterali ideati e curati da Francesca Romana Cirillo e Vanessa Tedesco dell’associazione “I disinvolti”.

I numeri

Questi i numeri della quarta edizione: 12 premi assegnati; 11 proiezioni e spettacoli; 5 iniziative collaterali nel segno della creatività, del cineturismo e del gusto; 42 persone nel team organizzativo; 1 libro di cinema uscito nei giorni del festival; 4 aree di intrattenimento; 5 dj set per il dopofestival; 11 cocktail d’ispirazione cinematografica al cinebar; 14 strutture turistiche ricettive convenzionate; 122 ospiti (registi, attori, produttori, giornalisti, travel blogger).

I riconoscimenti

Tanti i riconoscimenti consegnati durante le serate del festival, condotte dai giornalisti Laura Cocozza ed Espedito Pistone: a Ninetto Davoli il premio alla carriera; a Paolo Carnera quello dedicato a “I mestieri del cinema” come direttore della fotografia, ad Aurora Ruffino quello per “Cinema e scrittura”, a Giuseppe Gallo e Fausto Verginelli il premio “Opera prima” per il film “L’altra via”, a Nicola Acunzo il premio “Cinema e Teatro”, ad Antonia Liskova quello come migliore attrice, ad Alessandro Daniele il premio “Cinema e Impresa”, alla cantautrice Dadà il premio “Donne del Sud”. Ad Adolfo Durante è andato, invece, il premio, istituito quest’anno, “Come dentro un film”, dedicato ad artisti le cui vite meritano di diventare un racconto per il grande schermo.

Una sezione della cerimonia è stata incentrata sulla consegna di riconoscimenti non cinematografici a imprenditori, artisti e promotori di progetti sociali e culturali nel Sud. Tra questi, il Premio “Il cibo dell’anima”, andato al “re dell’ammaccata” Cristian Santomauro, il premio “Antonio Nappi – Imprenditori coraggiosi”, intitolato al fondatore di Nappi Sud, consegnato all’imprenditore Antonio Santomauro, il premio fotografico “Lucia Panascì”, consegnato a Constantino Luis Marino per lo scatto “Castellabate”.

La serata finale

Notevole il programma degli interventi artistici della serata finale che ha visto come protagonisti i maestri Michelangelo Maio e Gianmarco Volpe con un mix di colonne sonore di Pino Daniele, Ennio Morricone e Franco Micalizzi, Adolfo Durante (vincitore del programma “Like a Star” 2025), che ha cantato meravigliosamente Mina, Dadà, che ha presentato l’ultimo disco “Core in fabula”, e l’attore Antonello Cossia, che ha proposto un medley poetico pasoliniano dal titolo “Io sono una forza del passato”.

Tanti i momenti speciali del Cilento Fest: il ricordo di Giancarlo Siani a 40 anni dalla morte con la proiezione sold out del film “E io ti seguo” di Maurizio Fiume; l’anteprima nazionale del corto promozionale “Cilento Magico” di Andrea D’Ambrosio, prodotto dal Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e da Iuppiter Group, girato a Corleto Monforte e nella grotta di San Michele a Sant’Angelo a Fasanella, storia di un giornalista che torna in paese per ritrovare se stesso; la presentazione del libro di Aurora Ruffino “Volevo salvare i colori”, condotta dalla giornalista e referente artisti per il Cilento Fest Vanna Morra.

La passeggiata notturna “tra leggende e lanterne” nei vicoli del borgo curata dalla storica e psicologa dell’arte Maria Pina Cirillo; la masterclass del gusto a cura di Cristian Santomauro, che ha mostrato la lavorazione dell’ammaccata, la pizza cilentana realizzata con grani antichi e tecniche tradizionali; “I borghi incantati”, laboratorio creativo per i più piccoli in omaggio alle “Città Invisibili” di Italo Calvino a quarant’anni dalla scomparsa dell’autore; le “Olimpiadi cinematografiche”, una sfida a squadre con giochi ispirati a film e serie tv.

Il cinetalk “Narrare la luce”, con Paolo Carnera che ha incantato il pubblico con la sua lezione di cinema e fotografia; la presentazione del libro “Armata Pablo – Storie di cinema, calcio e visioni” (Iuppiter Edizioni) a cura di Gianluca Arcopinto, animata da un inarrestabile Ninetto Davoli; la chiusura spettacolare del festival con l’“incendio del campanile”: fuochi d’artificio piromusicali – a cura della Premiata ditta fuochi d’artificio Carlo di Muoio – che hanno trasformato la piazza in un giardino volante di colori e giochi di luci. Due le novità che hanno reso il “cinevillaggio” ancora più attraente: il Salotto Vinilico, a cura di Luigi Ganino, in cui gli ospiti del festival hanno intrapreso un viaggio al “vinile” tra le colonne sonore della loro vita, e l’Area Antani, dedicata al mitologico personaggio del conte Mascetti (interpretato da Ugo Tognazzi) per i 50 anni del film “Amici miei”, dove si è tenuto il dopofestival “Cilento Fest by night”, con l’area che si è trasformata in un club esclusivo di “dance movie” con i dj set di SanGennaroBar, degli Assumma Sound, di Sexy Pummarola e del dj Capirinha.

Ad aprire tutte le proiezioni serali, il videospot “Dio mi deve delle spiegazioni”, ideato da Max De Francesco, prodotto da Iuppiter e realizzato da Tony Baldini, in cui un disegno dell’artista cilentano Andrea Celano si anima tra il suono delle bombe e una citazione tratta dal film “Giù la testa” di Sergio Leone: un modo di dire no alle guerre e alle false rivoluzioni, senza urlare ma resistendo con l’arte, la bellezza e la scelta ostinata di ritrovarsi insieme.

I commenti

“Quest’anno – ha detto nella serata di chiusura Max De Francesco, direttore del Cilento Fest – nonostante alcuni disagi logistici, abbiamo fatto un grande sforzo produttivo per presentare un programma che potesse al meglio entrare nella magia della settima arte e narrare storie di borghi, di vite sospese, di personaggi che, per ossessione poetica e fedeltà nella bellezza, hanno lasciato il segno dei sogni. L’organizzazione di un festival vero, che nasce da un’autentica visione culturale e non da calcoli di profitto o da estemporanei moti di visibilità, è un’impresa titanica. È come dover portare, ogni volta, una barca su una montagna, simbolo del nostro festival. Ma quando un’idea diventa non solo impresa ma anche missione tutto è possibile, grazie alla concretezza di chi investe in cultura, alla competenza del comitato artistico, alla professionalità dei fornitori, all’entusiasmo di un team meraviglioso. In linea con l’obiettivo di andare “oltre l’evento”, nel 2024 abbiamo inaugurato “Cinema Dentro”, il centro di produzione e formazione del Cilento Fest, spazio recuperato nel borgo di Perito esclusivamente con fondi privati. Il passo successivo che ci aspetta, e a cui stiamo già lavorando, è di rendere la struttura più funzionale e attrattiva, così da poter proporre – ha concluso De Francesco – un piano di masterclass sui mestieri dell’audiovisivo, di proiezioni e seminari capace di scollinare i confini localistici, avvicinare culture distanti, sancire il primato della condivisione reale”.

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