La Corte d’Assise di Parma giudicherà Chiara Petrolini a processo per essere accusata del duplice infanticidio dei neonati partoriti in segreto a Traversetolo in provincia di Parma. La prima udienza è stata fissata per il 30 giugno. Resta ai domiciliari.
Duplice infanticidio a Traversetolo, Chiara Petrolini a processo
Sarà la Corte d’Assise di Parma a giudicare Chiara Petrolini, la giovane accusata di duplice infanticidio e occultamento di cadavere dei due neonati che avrebbe partorito in segreto nel 2023 e nel 2024. La decisione è stata presa dalla giudice per l’udienza preliminare Gabriella Orsi, che ha fissato la prima udienza del processo per il 30 giugno alle ore 9.30.
L’accusa: uccisi subito dopo il parto, poi sepolti in giardino
Secondo la ricostruzione della Procura, la giovane donna avrebbe nascosto entrambe le gravidanze, partorendo in solitudine e clandestinità: il 12 maggio 2023 il primo neonato, il 7 agosto 2024 il secondo. Entrambi i bambini sarebbero stati uccisi immediatamente dopo la nascita e sepolti nel giardino dell’abitazione di famiglia, a Traversetolo.
L’inchiesta, che ha sconvolto la comunità locale, ha sollevato numerosi interrogativi su come fosse stato possibile per Chiara Petrolini portare a termine due gravidanze senza che familiari o conoscenti sospettassero nulla.
Resta agli arresti domiciliari
Chiara Petrolini resterà agli arresti domiciliari, come confermato di recente dalla Corte di Cassazione, che ha annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Parma. Quest’ultimo aveva accolto la richiesta della Procura per la custodia cautelare in carcere.
I giudici supremi hanno tuttavia ritenuto che le condizioni che avevano reso possibile la consumazione dei reati non siano più presenti né ripetibili, data l’attuale situazione di isolamento domestico.
Nella motivazione di 14 pagine, la Corte ha riconosciuto in Chiara P. una “elevata capacità mistificatoria” e una “non comune determinazione criminale”, ma ha escluso che, in regime di arresti domiciliari, la giovane possa entrare in relazioni come quella avuta con Samuel Granelli, padre di entrambi i bambini.
“La possibilità concreta che l’imputata entri in contatto con qualcuno e dia nuovamente vita a relazioni sentimentali che possano sfociare in ulteriori episodi delittuosi deve essere valutata in rapporto alle restrizioni imposte dagli arresti domiciliari”, si legge nella sentenza.
Verso un processo complesso
Il processo, che inizierà tra poco più di un mese, si preannuncia complesso e delicato, non solo per la gravità delle accuse, ma anche per la fitta trama di silenzi e omissioni che ha preceduto il dramma. Le prossime settimane saranno decisive per chiarire il quadro probatorio e definire l’esito giudiziario di una vicenda che ha colpito profondamente l’opinione pubblica.