Una donna di Agropoli denuncia l’ennesimo presunto caso di malasanità mentre era ricoverata presso l’ospedale di Eboli dove si era sottoposta ad un intervento ortopedico: “Lasciata al freddo e con la coperta bagnata. Mentre venivo lavata, l’infermiere aveva il cellulare in mano”. Aperta un’indagine interna per chiarire i fatti.
Eboli, la denuncia di una donna: “Lasciata al freddo con una coperta bagnata”
Una donna di Agropoli ricoverata presso il Presidio Ospedaliero Maria SS. Addolorata di Eboli per un intervento ortopedico ha denunciato quella che definisce una grave negligenza durante il periodo post-operatorio. Nonostante oggi la paziente stia seguendo un percorso di riabilitazione, quanto accaduto le ha lasciato segni fisici e psicologici evidenti.
Il racconto della paziente
Secondo quanto riportato dalla donna in un video registrato dal suo letto d’ospedale, durante la degenza si è trovata in condizioni di disagio estremo: freddo intenso, coperta bagnata e impossibilità di utilizzare il campanello di chiamata. La paziente ha raccontato di non essere stata assistita adeguatamente dagli infermieri, impegnati in altre attività e, in alcuni casi, distratti dall’uso del cellulare durante le operazioni di assistenza.
In un momento di disperazione, la donna ha cercato di attirare l’attenzione usando una bottiglia e un bastone della terapia, prima di riuscire finalmente a farsi ascoltare urlando. Inoltre, ha denunciato ritardi nella somministrazione di antidolorifici e nella misurazione dei parametri vitali, oltre a non aver ricevuto indicazioni chiare sul piano terapeutico.
Reazioni e indagine interna
Il marito della paziente ha contattato il direttore dell’Azienda Sanitaria Locale di Salerno, Gennaro Sosto, segnalando l’accaduto. L’azienda pare abbia già avviato un’indagine interna per chiarire i fatti e verificare eventuali responsabilità. L’episodio riapre il dibattito sulla qualità dell’assistenza e sulla necessità di garantire sicurezza e attenzione ai pazienti, soprattutto nelle fasi post-operatorie delicate.
