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Castel Volturno, polemica sul cibo portato da casa in spiaggia: il lido replica: “Motivi di igiene”

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È diventato un caso di dibattito pubblico quanto accaduto lo scorso 3 agosto presso uno stabilimento balneare del Villaggio Coppola, a Castel Volturno, in provincia di Caserta. Una madre di famiglia ha denunciato di essere stata costretta a gettare via del cibo portato da casa, dopo che il personale del lido le avrebbe impedito di consumarlo sotto l’ombrellone regolarmente affittato.

La vicenda, rilanciata anche dal deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli, ha generato reazioni sui social e ha spinto i gestori dello stabilimento a fornire una versione dei fatti.

Castel Volturno, polemica sul cibo portato da casa in spiaggia

Secondo quanto riferito dalla direzione del lido, non vi sarebbe stato alcun obbligo di disfarsi del cibo, ma solo l’invito a consumarlo in un’area appositamente predisposta per il pranzo, accessibile gratuitamente a tutti gli ospiti. “Il personale ha semplicemente indicato alla signora l’area riservata al consumo dei pasti – spiegano i proprietari – ma lei si sarebbe rifiutata di spostarsi, infastidita per un disaccordo con l’addetto”. I gestori precisano inoltre di non essere stati presenti al momento dell’episodio, appreso solo successivamente dal proprio staff.

Il punto contestato riguarda il consumo di un’insalata di pasta preparata a casa, che secondo il regolamento interno del lido non può essere consumata in spiaggia, dove sono ammessi esclusivamente panini e snack leggeri. “Per motivi igienici ed etici – continuano i titolari – non permettiamo l’ingresso di bottiglie di vetro né il consumo di pietanze elaborate sotto gli ombrelloni. Il nostro obiettivo è tutelare l’ambiente e prevenire l’inquinamento da residui di cibo, olii e salse”.

A complicare la vicenda è stato il cartello all’ingresso dello stabilimento, che vieta genericamente l’introduzione di cibo e bevande. Intervenuto sul posto, l’onorevole Borrelli ha chiesto chiarimenti sul messaggio esposto. I gestori hanno ammesso che si tratta di un cartello datato e mal formulato: “La dicitura è generica e frutto di un errore di stampa, non corrisponde alle attuali disposizioni adottate”.

Dopo il rifiuto del consumo dell’insalata di pasta, la donna ha acquistato una pizza all’interno del lido per lei e i figli. Tuttavia, lo scontrino rilasciato ha sollevato ulteriori perplessità: non era fiscale e riportava la data errata del mese di aprile. Anche su questo punto i gestori hanno replicato: “Abbiamo ricevuto un controllo dalla Guardia di Finanza pochi giorni fa e risultava tutto in regola. Quello mostrato dalla cliente, evidentemente, non è stato emesso in quella giornata”.

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