Un ritrovamento sorprendente in una casa di Caserta potrebbe trasformarsi in un caso giudiziario destinato a far discutere. Stefano Baldi, 50 anni, originario di Firenze ma residente da tempo in Campania, ha trovato all’interno di una vecchia cassapanca appartenuta ai genitori un tesoro dimenticato: banconote per un valore complessivo di 493 milioni di lire.
Caserta, trova mezzo miliardo di lire in una cassapanca
Convinto di poter convertire la somma in euro, l’uomo si è rivolto alla filiale casertana della Banca d’Italia. La risposta ricevuta è stata però categorica: le lire non possono più essere cambiate, poiché l’ultima scadenza utile risale al 28 febbraio 2012. Da quel giorno ogni possibilità di conversione è decaduta.
Baldi non si è arreso e ha deciso di rivolgersi a un team di avvocati specializzati nelle controversie legate al passaggio dalla lira all’euro. I legali hanno depositato un ricorso presso il Tribunale Ordinario di Roma, sostenendo che il diritto al cambio debba essere riconosciuto a partire dal momento del ritrovamento e non vincolato a termini di legge scaduti da oltre dieci anni, spesso poco noti ai cittadini.
Il nodo giuridico è complesso. Le lire hanno cessato di avere corso legale nel 2002, ma per anni è rimasta aperta la possibilità di convertirle. Un decreto del 2011 aveva anticipato la scadenza al 6 dicembre dello stesso anno, ma nel 2015 la Corte Costituzionale ne dichiarò l’illegittimità, riportando il termine al 28 febbraio 2012. Successivamente, il Ministero dell’Economia ha introdotto un’ulteriore condizione: per ottenere la conversione era necessario dimostrare di aver presentato richiesta proprio nel periodo compreso tra dicembre 2011 e febbraio 2012.
Il caso di Stefano Baldi riapre dunque una questione annosa e destinata a suscitare nuove discussioni, soprattutto per le conseguenze che un eventuale accoglimento del ricorso potrebbe avere su altri cittadini che si trovassero nelle stesse condizioni.