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Caserta, 18enne incinta al sesto mese picchiata e spinta dal convivente: denunciato

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Foto dei Carabinieri

Una ragazza di 18 anni incinta di sei mesi è stata aggredita dal convivente a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Denunciato il compagno, attivate le procedure del codice rosso per tutelare la giovane e il nascituro.

Caserta, incinta di 6 mesi aggredita dal convivente: denunciato il compagno

Un nuovo episodio di violenza domestica scuote la provincia di Caserta. Una diciottenne, al sesto mese di gravidanza, è stata picchiata e spinta dal convivente all’interno dell’appartamento preso in affitto a Santa Maria Capua Vetere. La drammatica vicenda si è consumata ieri mattina, domenica 19 ottobre, durante un acceso litigio interrotto solo dall’intervento dei vicini che hanno allertato il 112.

Intervento delle forze dell’ordine

Sul posto sono giunti i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, guidati dal capitano Vincenzo Del Latte. I militari hanno trovato la giovane in evidente stato di shock e hanno raccolto la sua testimonianza: la vittima ha confermato di essere stata spinta e percossa dal compagno.

Il personale del 118 ha prestato assistenza alla donna, che ha però rifiutato il trasporto in ospedale e il trasferimento in una struttura protetta, scegliendo temporaneamente di spostarsi presso un’altra famiglia.

Denuncia e codice rosso

Il convivente, un ventenne originario del Napoletano, è stato denunciato in stato di libertà per maltrattamenti. La Procura della Repubblica presso il Tribunale penale di Santa Maria Capua Vetere ha attivato le procedure previste dal “codice rosso”, accelerando gli interventi di protezione e monitoraggio della vittima e del nascituro.

Secondo Tiziana Carnevale, responsabile dell’associazione Spazio Donna, il comportamento della vittima, che rifiuta temporaneamente il trasferimento in una struttura protetta, non è insolito. «Le donne hanno bisogno di tempo e sostegno – spiega Carnevale – e possono rivolgersi ai centri antiviolenza per percorsi di tutela e sicurezza. È fondamentale un cambiamento culturale e sociale, con una condanna chiara di questi comportamenti».

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