Nel borgo cilentano di Capizzo, la festa di San Mauro Martire si rinnova con pellegrinaggi, accensione di “focari” e antiche tradizioni, per onorare il santo protettore contro tosse e sciatalgia.
Capizzo onora San Mauro Martire: fede, tradizione e riti
Capizzo, piccolo borgo del comune di Magliano Vetere, si prepara a celebrare San Mauro Martire, santo patrono invocato soprattutto contro la tosse e i dolori sciatici, con una festa ricca di fede e tradizioni radicate nella storia locale.
San Mauro Martire: un esempio di fede incrollabile
San Mauro, definito da papa San Damaso (305-384) come “il giovane santo che nessuna tortura riuscì a far rinunciare alla fede”, nacque probabilmente nel 256 in Libia orientale, all’epoca conosciuta come Sirtyde major, in una famiglia aristocratica con cittadinanza romana. Orfano fin da giovane, abbandonò i privilegi dell’aristocrazia per adottare lo stile di vita ascetico ispirato a Sant’Antonio Abate, “padre del deserto”. Seguì la via dell’eremitaggio tra Egitto e Libia, donando tutti i suoi beni ai poveri e dedicandosi alla preghiera e alla meditazione.
Nel 284, sotto l’imperatore Numeriano, si intensificarono le persecuzioni contro i cristiani. Mauro difese con coraggio la fede cristiana, opponendosi anche alla dottrina ariana che negava la divinità di Cristo. Nel 303, con sette compagni, si recò a Roma per sostenere i cristiani perseguitati durante il regno di Diocleziano. Qui affrontò processi e torture, restando saldo nella sua fede fino al martirio, probabilmente avvenuto nel 303.
Il culto e la festa a Capizzo
Il culto di San Mauro è diffuso soprattutto nel Sud Italia, ma si estende anche al Centro-Nord e in Bretagna. Iconograficamente, il santo è raffigurato con abiti romani, mantello rosso e palma simbolo del martirio, talvolta con spada o vangelo. Nel Cilento, la festa si caratterizza per i “focari” accesi la sera della vigilia lungo i crinali montani, creando suggestivi scenari luminosi visibili da lontano. La palma posta in montagna segna l’inizio della novena.
Il momento clou è il pellegrinaggio all’alba verso la cappella rupestre sulla cima del monte, luogo di culto antico con affreschi di probabile origine basiliana, con vista panoramica sulla valle dell’Alento. Le donne devotissime portano in processione le “cente”, composizioni colorate, mentre la statua del santo viene trasportata con devozione dai fedeli, accompagnati da canti tradizionali e banda musicale.
Il canto popolare recita:
“San Mauro Santo e pio
Se per noi pregate Dio
le grazie più rare
siam certi d’impetrare.”