Il Santuario di Hera Argiva, uno dei luoghi più simbolici della memoria religiosa e culturale dell’antica Poseidonia, ha finalmente riaperto le sue porte al pubblico. L’inaugurazione di questa mattina segna la rinascita di un’area rimasta chiusa dal 2014, quando una violenta esondazione del fiume Sele aveva reso impossibile l’accesso e compromesso la fruibilità del sito.
L’eredità del mito e della storia
Alla foce del Sele, dove per oltre 2.600 anni si intrecciano il mito di Hera e la storia della colonizzazione greca, il santuario rappresenta un punto di riferimento identitario per tutto il territorio. Il nuovo itinerario, intitolato “Il Tempio al confine – Hera e il paesaggio del Sele”, restituisce vitalità a questo spazio sacro, immergendo i visitatori in un contesto naturale e archeologico unico. Alla cerimonia hanno partecipato numerose scolaresche, coinvolte in un viaggio didattico che unisce passato e presente.
Il progetto di valorizzazione
La riapertura è il risultato di un articolato intervento di recupero e valorizzazione promosso dai Parchi Archeologici di Paestum e Velia. Il progetto ha combinato ricerca archeologica, interventi paesaggistici e tecnologie moderne per garantire accessibilità e sicurezza. Il nuovo percorso si snoda in un’area di oltre 41.000 metri quadrati, permettendo di esplorare il sito in modo completamente rinnovato.
Le voci dei protagonisti
Ai microfoni di InfoCilento sono intervenuti la Direttrice dei Parchi Archeologici di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo, la direttrice dei lavori Antonella Manzo e la professoressa Bianca Ferrara dell’Università Federico II. Ognuna ha sottolineato come il progetto rappresenti un esempio virtuoso di sinergia tra ricerca scientifica, tutela e fruizione culturale.
