Dove ed in quali comuni della Campania le scuole resteranno chiuse? E fino a quando? Domani, mercoledì 7 aprile, torneranno alla didattica in presenza i bambini dalla scuola dell’infanzia alla prima media anche per le regioni in zona rossa come disposto dall’ultimo decreto legge Covid approvato dal Governo.
Una decisione che non ha trovato tutti d’accordo: diversi sono infatti i sindaci campani che hanno disposto lo slittamento del rientro in aula in virtù dell’alto numero dei contagi registrato nelle ultime settimane. Di seguito l’elenco completo.
Campania, ecco dove le scuole resteranno chiuse dal 7 aprile e fino a quando
In provincia di Napoli, le scuole resteranno chiuse nei seguenti comuni:
- San Giuseppe Vesuviano (fino al 18 aprile)
- Santa Maria la Carità (fino al 13 aprile)
- Casamarciano (fino al 17 aprile)
- Ottaviano (fino al 12 aprile)
- Striano (fino al 9 aprile)
- Ischia (fino al 10 aprile)
In provincia di Salerno, le scuole resteranno chiuse nei seguenti comuni:
- Postiglione (fino al 17 aprile)
- Sanza (fino al 12 aprile)
- Montesano sulla Marcellana (fino al 13 aprile)
- Cava de’ Tirreni (fino al 9 aprile)
- Sarno (fino al 9 aprile)
In provincia di Avellino, le scuole resteranno chiuse nei seguenti comuni:
- Serino (fino al 12 aprile)
- Montemiletto (fino al 24 aprile)
- Avella (fino al 14 aprile)
- Santa Lucia di Serino
In provincia di Caserta, le scuole resteranno chiuse nei seguenti comuni:
- Villa Literno (fino al 12 aprile)
- Parete (fino al 9 aprile)
- Alife (fino al 21 aprile)
- Trentola Ducenta (fino al 12 aprile)
In provincia di Benevento, le scuole resteranno chiuse nei seguenti comuni:
- Durazzano (fino al 10 aprile)
- Morcone (fino al 10 aprile)
- Airola (fino al 10 aprile)
- San Marco dei Cavoti (fino al 17 aprile)
- Castelpagano (fino al 13 aprile)
- Pannarano (fino al 9 aprile)
Perché i sindaci possono confermare la didattica a distanza
L’articolo 2 dell’ultimo decreto legge approvato dal governo Draghi prevede che, dal 7 al 30 aprile, sull’intero territorio nazionale, si svolga “in presenza” l’attività scolastica dell’infanzia, della primaria e del primo anno della secondaria di primo grado (prima media). Più avanti aggiunge che la disposizione, “non può essere derogata” dalle Regioni e dalle Province autonome. Ma poi conclude: “la deroga è consentita solo in casi di eccezionale e straordinaria necessità”.
Dunque il decreto che sembrava aver blindato la riapertura delle scuole nella versione definitiva ha in realtà aperto spiragli a decisioni opposte dei governatori offrendo loro la possibilità di deroghe.