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Camerota, il sindaco Scarpitta a processo per le esplosioni sulla falesia: “Un intervento necessario”

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L'esplosione

Si è tenuta ieri mattina al Tribunale di Vallo della Lucania la nuova udienza del processo a carico di Mario Salvatore Scarpitta, sindaco di Camerota, accusato di aver provocato un grave danno ambientale in una delle aree più protette del Parco Nazionale del Cilento.

Camerota, il sindaco Scarpitta a processo per danno ambientale

I fatti risalgono al marzo di due anni fa, quando il primo cittadino autorizzò un intervento di “somma urgenza” che prevedeva l’uso di 3.000 kg di tritolo per demolire parte del costone roccioso compreso tra Cala del Cefalo e Cala Finocchiara, lungo la strada provinciale 562

L’obiettivo dichiarato era mettere in sicurezza la strada del Mingardo, evitando il rischio dicrolli sul tratto che collega Marina di Camerota a Palinuro. Tuttavia, la scelta di far saltare in aria interi tratti di falesia, spiaggia e vegetazione all’interno di un’area protetta ha suscitato forti polemiche.

Il processo

Nel corso dell’udienza, presieduta dal giudice Vincenzo Pellegrino, hanno presentato richiesta di costituzione di parte civile l’associazione “Per un Comune Migliore”, Legambiente, Europa Verde, la Fondazione Angelo Vassallo, il Codacons e il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Tutto, dunque, è rinviato alla prossima udienza del 4 novembre, quando il Tribunale deciderà quali delle parti civili saranno ammesse e si entrerà nel vivo del procedimento.

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